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Super poteri a Roma per i debiti

Gianni Alemanno

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Queste le indiscrezioni sugli incontri di ieri tra governo e Campidoglio per ridurre il deficit delle casse capitoline che sarebbe di 10-13 miliardi di euro. I super poteri eviterebbero il commissariamento, mentre un anticipo dei finanziamenti di Roma Capitale, in totale circa 400 milioni di euro su base triennale, consentirebbe di evitare il fallimento. Ma non solo. Tra le soluzioni proposte anche quella di introdurre la tassa di soggiorno. Un'ipotesi che era stata caldamente avanzata anche dalla giunta Veltroni nell'ottobre 2006 e nel dicembre scorso ma «sostituita» poi con l'aumento del permesso Ztl e della tariffa rifiuti. L'obolo per i turisti, in quel piano, sarebbe stato di un euro per stella alberghiera, arrivando quindi a un massimo di 5 euro per un soggiorno in un albergo di lusso. Prevista l'esenzione per gli anziani e per gli ostelli della gioventù. La tassa di soggiorno, che avrebbe portato alle casse capitoline circa 30 milioni di euro, finì nell'occhio del ciclone delle associazioni di categoria e venne riposta nel cassetto. Fino a l'altro ieri, quando sul tavolo del governo si è riproposta la tassa di soggiorno. Un'ipotesi ancora tutta da vagliare per il sindaco Alemanno, che ieri non ha né confermato né smentito. «La notizia l'ho letta sui giornali - ha commentato ieri il sindaco - ma non ne abbiamo parlato». E' quanto basta però per scatenare le reazioni degli operatori, che soffrono quest'anno un primo calo nel settore, e politici. «Sarebbe un nuovo balzello per un settore, quest'anno anche per Roma, leggermente in flessione», ha commentato la presidente della Sezione Industria del Turismo dell'Unione degli Industriali e delle imprese di Roma (Uir) Amalia Consoli, così come non usa mezzi termini il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, che definisce un simile scenario «un suicidio politico ed economico. L'introduzione di una tassa di soggiorno per i turisti sarebbe come andare a mettere il freno sull'unico cavallo in grado di correre». Dal mondo politico, invece, è l'assessore regionale Claudio Mancini ad entrare nel merito dell'eventuale introduzione del bazello turistico. «Sulla tassa di soggiorno non mi convince la mezza smentita del sindaco Alemanno, perché si è limitato a dire che non ne hanno parlato, non che ne è contrario - sottolinea Mancini - Ricordo che le Regioni si sono già pronunciate contro la proposta del precedente governo di gravare l'impresa turistica di un'ulteriore tassa. Le imprese turistiche italiane e quelle di Roma e del Lazio già oggi pagano tasse superiori ai concorrenti Paesi europei. In Spagna, in Francia in Grecia c'è un regime agevolato fiscale per l'impresa turistica. Introdurre una tassa di soggiorno vuol dire quindi rendere meno competitive le imprese nella competizione internazionale».

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