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Italia nel «5+1» per l'Iran Bush non scioglie il nodo

Bush e Berlusconi

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[...] di Villa Madama seguita al loro colloquio. Un'amicizia speciale, come dirà Berlusconi alla fine dell'incontro con i giornalisti, parafrasando addirittura il Vangelo: George, ha sottolineato, è «persona rara, che non mente mai, il cui sì è un sì e il cui no è un no». Bush aveva elogiato il premier italiano all'inizio del suo breve discorso: «Noi siamo buoni amici. Mi piace molto venire a Roma, la lascio sempre un po' più grasso e con più cultura». Ma, al di là dei buoni rapporti fra i due leader, dalla conferenza è emersa la disponibilità del presidente Usa a valutare l'ingresso dell'Italia nel «Gruppo 5+1» che negozia con l'Iran il dossier nucleare: «Sto considerando seriamente questa situazione», ha affermato Bush. Poi ha aggiunto: «Ho detto con chiarezza a Silvio che tutti dobbiamo mandare lo stesso messaggio a Teheran: "sospendete il progetto di arricchimento dell'uranio altrimenti ci saranno altre sanzioni"». L'Iran ha «diritto ad avere energia nucleare per scopi pacifici», ha spiegato, ma «non penso debba avere il diritto di arricchire l'uranio» che porterebbe a sviluppare armi nucleari. Bush ha poi espresso il suo «grande apprezzamento» per il modo in cui l'Italia «sta rispettando gli impegni internazionali che si è assunta nei punti caldi del mondo». E ha detto di apprezzare anche il fatto che «il governo italiano ha comunicato al Parlamento che i caveat sono stati rimossi per l'Afghanistan». In realtà i caveat (cioè i criteri che regolano i tempi di intervento delle truppe italiane fuori dall'area di nostra competenza in caso di richiesta della Nato), non sono stati ancora modificati. Ma in questo senso si sono già espressi positivamente Frattini e La Russa e, anche se ieri il premier non ha dato una risposta precisa, è ovviamente d'accordo con i ministri degli Esteri e della Difesa. Bush ha poi dovuto rispondere alla domanda di un giornalista Usa sulla decisione della Corte Suprema, che ha ammesso la possibilità di ricorrere ai tribunali federali per i detenuti di Guantanamo: «Rispetteremo la decisione della Corte. Ma ciò non vuol dire che devo essere d'accordo», ha detto Bush, invitato peraltro come «visiting professor» all'università del pensiero liberale in Italia che Berlusconi pensa di creare. E il presidente del Consiglio ha trovato modo di infilare una battuta sulla sua età, un tasto su cui Veltroni aveva spesso battuto in campagna elettorale. A una domanda di una giornalista americana su chi preferiva fra i due candidati alla successione dell'uomo che gli stava a fianco durante la conferenza stampa, il Cavaliere ha diplomaticamente premesso di non poter esprimersi come capo del governo sulla campagna elettorale di un altro Paese, ma ha subito aggiunto: «Personalmente ed egoisticamente tifo per McCain, perché se vincesse lui non sarei io il più vecchio ai vertici del G8. Infatti, McCain è di un mese più vecchio di me».

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