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La Lega difende il reato di clandestinità

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Il Senatur difende la norma sul reato di clandestinità contenuta nel ddl sulla sicurezza. «Il governo è compatto e quindi non vedo come fa a essere a rischio», spiega Bossi che, entrando nello specifico della norma, sottolinea: «È meglio che ci sia perchè fa un muro esterno, è un monito per far capire che non è più come prima. È un messaggio: non venite clandestinamente perchè rischiate». A fargli eco è il responsabile della Giustizia: «Gli immigrati che vogliono venire nel nostro Paese hanno l'idea che l'Italia sia un Paese senza frontiere. Con questa norma riscriviamo e ridisegniamo la frontiera del nostro Paese perchè era stata un po' scolorita dalla gestione del governo precedente - afferma Angelino Alfano - Il sistema delle espulsioni ha fallito e noi crediamo che serva un forte meccanismo deterrente e chi entra nello Stato italiano in violazione delle leggi commette un reato». Per l'onorevole Giulia Bongiorno, del Pdl, non è invece necessaria una sanzione penale e dunque il carcere per tutti i clandestini, ma solo per quelli pericolosi. Il presidente della Commissione Giustizia della Camera, ribadisce le sue «perplessità» sulla formulazione attuale del reato. E giudica «corretta» la scelta di inserire il reato nel disegno di legge, non nel decreto, in modo da consentire «il confronto parlamentare». «L'attuale formulazione è generica; non è la semplice clandestinità che deve integrare il reato; la sanzione penale va bene per il clandestino pericoloso, per gli altri irregolari occorrono sanzioni graduate», dice. La proposta è invece bocciata dalla magistratura. Il neoprocuratore di Torino Giancarlo Caselli è convinto che lo strumento penale sia «inadeguato a governare fenomeni epocali, come l'immigrazione»; «un fiume in piena che tracima i detriti»; ed è proprio sui «detriti» che va concentrata la «risposta penale», osserva Caselli. Getta acqua sul fuoco, poi, il presidente dell'Associazione magistrati Palamara. «La parola scontro non è stata pronunciata da nessuno, ma rivendico il diritto di esprimere valutazioni e osservazioni e quelle fatte sul reato di immigrazione restano per noi valide».

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