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Lo comprendiamo: ha ben altro a cui pensare. Ma anche noi, ...

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Gli elettori hanno apprezzato. Ma il partito unitario non basta farlo nelle urne. C'è bisogno di altro. O qualcuno pensa davvero che si possano riproporre vecchie divisioni o, nella migliore delle ipotesi, un altro listone in vista delle europee dell'anno prossimo senza aver definiti valori, progetto, schema organizzativo, organigramma e, quel che più conta, una politica nuova frutto di un'aggregazione ormai acquisita? S'illude chi ritiene di poter rimandare alle calende greche la costruzione di una formazione che sia il prodotto del superamento delle identità dei «soci» che ritengono di partecipare all'operazione in una più grande identità. C'è un oceano da solcare prima di arrivare all'approdo immaginato. E nel frattempo cresce il disagio in tanti dirigenti periferici di FI e di An, oltre che in tantissimi parlamentari i quali vedono marginalizzato il loro ruolo. Se davvero si ritiene che il sistema partitico acquisti l'efficienza sperata, è indispensabile che il Pdl lo si faccia davvero, s'individuino soggetti anche al di fuori delle nomenklature e delle oligarchie in grado di provvedere allo scopo, le si metta in condizione di elaborare un progetto coerente soprattutto sotto il profilo culturale e non si risparmi l'ambizione di volersi candidare alla guida dei processi socio-economici al cui confronto la politichetta nostrana è a dir poco patetica. Il partito unico è il solo evento "rivoluzionario" possibile. Non annunciamolo più, per favore. Facciamolo. Gennaro Malgieri

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