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Berlusconi: «Dialogo con la Chiesa»

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Un'udienza di quaranta minuti nella biblioteca privata del Palazzo Apostolico, un colloquio che si è svolto in un clima di aperta cordialità e sintonia e che ha toccato temi politici e sociali di alto profilo: rapporti tra Italia e Vaticano, immigrazione, sostegno alle scuole cattoliche, questioni eticamente sensibili, aiuti al Terzo Mondo, crisi in Medio Oriente. Il tutto alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che, in concerto col Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, aveva preparato il terreno per il vertice, stilandone l'agenda politica. Benedetto XVI aveva incontrato Silvio Berlusconi nel novembre 2006: dunque i due si erano già conosciuti personalmente e questo ha senz'altro facilitato le cose. Certo è che, dal punto di vista umano oltre che politico, l'udienza di ieri è stata un successo su tutti i fronti. E a creare condizioni favorevoli molto hanno contribuito sia le parole del Papa, che la scorsa settimana ha dichiarato di apprezzare con gioia il nuovo clima politico del Paese, sia quelle di Berlusconi, il quale in un'intervista a ridosso dell'udienza ha definito la Chiesa una ricchezza per l'Italia. In questa atmosfera positiva ieri mattina Benedetto ha aperto le porte del suo studio a Berlusconi poco dopo le 11, salutandolo con un «Signor Presidente buongiorno»; e il premier ha baciato la mano del Pontefice, gesto che ha ripetuto anche al momento del commiato. Quindi, dopo il ricordo della mamma del Cavaliere scomparsa di recente, le porte si sono chiuse anche ai fotografi ed è cominciato il colloquio. A Berlusconi e a Letta il Papa ha dapprima voluto ricordare l'importanza del contributo della Chiesa e della comunità cattolica allo sviluppo del Paese, riallacciandosi al discorso pronunciato a conclusione dei lavori della Assemblea Generale della Cei. In proposito, è stato sottolineato, come il finanziamento alle scuole cattoliche rivesta un ruolo determinante, così come la difesa della sacralità della famiglia, ritenuta dal premier una priorità inderogabile per il governo. Poi il discorso si è orientato all'esame delle condizioni di attuazione degli accordi bilaterali esistenti tra Stato italiano e Santa Sede. Quindi si è passati a discutere dello stato dell'Europa e del mondo: quali le attuali prospettive spirituali del continente? Come portare la pace in Medio Oriente? Tutti temi su cui tra gli interlocutori si è registrata una sostanziale identità di vedute. «Tra Stato e Chiesa il dialogo è possibile su qualsiasi argomento e c'è una forte comunanza di vedute - ha spiegato infatti Silvio Berlusconi - e questo atteggiamento del mio governo non può che compiacere la Chiesa e il suo Pontefice». Parole che, dopo l'udienza di ieri, sembrano destinate a realizzarsi con decisione sempre maggiore.

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