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Silvio conquista Rosetta e Antonio

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Merito del Cavaliere che ha voluto in tutti i modi dimostrare la vicinanza del governo alla Campania e alla città di Napoli. Una differenza notevole rispetto a Romano Prodi che era sempre rimasto a Palazzo Chigi e che, anzi, aveva scaricato tutte le responsabilità sugli amministratori locali. Tanto che, a gennaio, Rosa Russo Iervolino attaccava: «Il presidente del Consiglio è stato informato un anno durante una riunione a Castel dell'Ovo. Quella riunione, stranamente, non ha avuto ricadute. Non voglio dire che ho fatto tutto in modo perfetto, ma la responsabilità è legata ai poteri che si hanno». Parole dure nei confronti di un governo che doveva essere «amico». Meglio quindi il «nemico» Berlusconi. Al punto che Rosetta, commentandone l'arrivo, non si trattiene: «È una cosa molto positiva perché si tratta della dimostrazione di un monitoraggio continuo da parte del Governo sulla situazione campana». Il sindaco invita quindi i napoletani ad «aspettare con serenità» le relazioni delle commissioni scientifiche sul sito di Chiaiano. E sull'operato di Bertolaso aggiunge: «Credo abbia fatto il massimo che si poteva fare sul fronte dell'apertura alla cittadinanza, con la creazione di un comitato scientifico in cui gli stessi comitati civici sono abbondantemente rappresentati». Parole «dolci» arrivano anche dal presidente della Regione Campania Antonio Bassolino (l'uomo che dopo un lungo braccio di ferro con i vertici del Pd ha deciso di lasciare il proprio incarico con un anno di anticipo) che esprime il suo «apprezzamento per la presenza a Napoli del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e di importanti rappresentanti dell'esecutivo». «È stata una riunione molto utile - commenta dopo due ore di confronto -, in cui Governo, istituzioni locali e forze dell'ordine hanno fatto il punto della situazione sull'emergenza rifiuti e sulle diverse soluzioni messe in campo. Al premier ho sottolineato che, nonostante i tanti sforzi e i primi passi in avanti compiuti, il sistema resta strutturalmente troppo fragile e ci espone al rischio di nuove crisi in caso difficoltà impreviste». «Per questo bisogna ampliare la nostra capacità di smaltimento - aggiunge - e fare in modo che il decreto approvato dal governo diventi legge senza stravolgimenti».

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