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Capezzone: «L'inchiesta non fermi l'azione del governo»

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Non parla di giustizia ad orologeria, ma si limita a «constatare» che l'inchiesta sullo scandalo rifiuti diretta dalla procura di Napoli può danneggiare l'opera del governo impegnato a trovare una soluzione all'emergenza campana. L'ex radicale e oggi portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone non punta l'indice contro le toghe partenopee. E precisa che i suoi non sono commenti. Sono fatti. Che succede in Campania? «Succede che il governo ha iniziato con il piede giusto. So che i cittadini sono esaperati e capisco che si siano sentiti trascurati e ingannati dalla politica tante volte. Ma stavolta è diverso». Perché ora è diverso? «Non ci sono più i Bassolino, i Pecoraro e le Iervolino a gestire la cosa. Berlusconi e il nuovo esecutivo sono estranei agli errori e agli orrori commessi negli anni passati, e si stanno giocando la loro credibilità politica. Un'apertura di credito è doverosa nei loro confronti e credo che nella popolazione ci sia». Ma la Campania è stata governata anche dal centrodestra... «Credo che nessuno nel centrosinistra possa attribuire un grammo di responsabilità al centrodestra». Ora, però, la questione da politica sta diventando giudiziaria. Che ne pensa di questo sviluppo? «Con la dovuta considerazione e il dovuto rispetto per gli organi della giustizia, non posso negare di essere molto preoccupato. Noto che molte delle persone coinvolte sono tra le più attrezzate per risolvere questa situazione difficile e che l'inchiesta si è intrecciata con l'intervento del governo, producendo oggettivamente un'ulteriore drammatizzazione del problema. Mi piacerebbe che tutti seguissero il monito del presidente della Repubblica, contribuendo a creare un clima cooperativo con il nuovo governo al fine di fronteggiare l'emergenza». Ma la magistratura fa il suo lavoro e l'azione penale è obbligatoria... «È evidente che occorre andare fino in fondo con l'inchiesta e bisogna perseguire eventuali reati. Detto questo rilevo che molte di queste vicende risalgono ad anni addietro e, ripeto, molte delle persone coinvolte sono notoriamente stimate e apprezzate e ritenute le più credibili per risolvere l'emergenza». Una giustizia ad orologeria? «Non sono un bravo orologiaio. Mi limito a constatare che, oggettivamente, i tempi e le modalità dell'inchiesta rischiano di riverberarsi in modo pesante sulla nuova fase in corso. Voglio ricordare che molte volte c'è stato un filo che ha legato l'intervento della magistratura alla vicenda dei rifiuti in Campania. E queste non sono mie opinioni, sono fatti». Quale potrebbe essere l'effetto «collaterale» dell'indagine? «Potrebbe bloccare o comunque danneggiare l'opera del governo. E sarebbe un grave danno».

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