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Ora si fa sul serio: "Imporremo la legalità"

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Un Berlusconi che non vuole solo scegliere i provvedimenti ma risolvere i problemi, non promette e rivela: «La situazione è difficile ma noi abbiamo una grande voglia di fare». Insomma, è un premier che non fa battute quello che si presenta alla prima conferenza stampa. O comunque ne fa meno rispetto alla campagna elettorale. Si mantiene compassato, sobrio. Ma sceglie la mano pesante. E avverte: «Tornerò ogni settimana a verificare». Berlusconi cambia registro. E anche la cifra dei provvedimenti che prende non sono semplice facciata. Sono sostanza. Il decreto che punta a risolvere la questione rifiuti, ad esempio, entra pesantemente nel merito. Impone la realizzazione di nuovi termovalorizzatori, uno direttamente all'interno del Comune di Napoli, il sindaco ha un mese di tempo per trovare la zona altrimenti decide il governo. Il Cavaliere promette che sarà di ultima generazione, come quello di Brescia, giudicato il migliore al mondo. Il messaggio è chiaro: la festa è finita. Adesso anche i napoletani devono farsi carico di scelte dolorose. E accettarle. Come si è fatto altrove in Italia. Si apriranno nuove discariche. E di fatto è stato introdotto il reato di «eccesso di protesta». Si può manifestare, ma non si possono bloccare decisioni prese dallo Stato, altrimenti si rischia con varie gradazioni da sei mesi a cinque anni. I siti saranno presidiati da forze dell'ordine e anche da quelle armate. Non saranno più tollerate azioni di minoranze che vanno contro l'interesse generale. Tempi duri per la «sinistra del no», fuori dal Parlamento non avranno molta agibilità. Ma anche il resto del Paese non può girare la faccia, visto che ci troviamo davanti a una situazione paragonabile a quella di un terremoto. Stesso registro anche in tema di sicurezza. È stato istituito il reato di immigrazione clandestina a dispetto della contrarietà delle opposizioni straordinariamente unite. In tema economico la novità è che il premier vara esattamente i provvedimenti che aveva promesso. Nel 2001 modificò il provvedimento sull'innalzamento delle pensioni minime, restringendone il campo di applicazione. E poi dilaziò la riduzione delle aliquote Irpef. Stavolta no, il taglio dell'Ici è già a partire da giugno. Al via pure la detassazione degli straordinari. E in finale arriva anche una sorpresa, la possibilità di ridurre le rate per i mutui a tasso variabile trasformandoli in fisso e al livello di due anni fa. Bandita la retorica. Il Cavaliere si lascia scappare solo una battuta sulla Napoli che vorrebbe vedere di nuovo «piena di fiori» e un'altra ai danni di Tremonti che stava parlando di «fiscal suasion» nei confronti delle banche: «Digli che gli mandi la Guardia di Finanza». Cambiano i termini. Il premier si fa meno aulico e più pratico: «Abbiamo adottato un provvedimento che fa piazza pulita delle incertezze». Bisogna abituarsi, è un Berlusconi diverso. Che non sogna la presidenza della Repubblica, ma che vuole incidere pesantemente nelle scelte del Paese. Stavolta vuole lasciare il segno. Anche perché non ha più scuse.

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