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Rai, Petruccioli contro Romani «La politica non ci detti legge»

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Intanto le redazioni dei tg sono sul piede di guerra contro le ricadute del nuovo piano editoriale sull'offerta informativa: l'assemblea dei cdr proclama lo stato di agitazione e affida all'Usigrai una giornata di sciopero. Il Tg1 va oltre: si sciopera subito nella prima giornata utile, presumibilmente tra il 4 e il 5 giugno. Pur giudicando «comprensibile» che l'interesse sulla Rai aumenti in coincidenza con la scadenza dei vertici e il cambio di governo, Petruccioli traccia una linea ideale: da una parte, «giudizi o censure, anche i più pesanti, riconducibili a fatti specifici»; dall'altra «le scelte che riguardano esclusivamente le responsabilità degli amministratori e dei gestori», come «le nomine dei dirigenti e direttori, la definizione dell'offerta e dei palinsesti, la stipula dei contratti con autori e collaboratori». Se si ignora questo confine, il risultato sono «equivoci e danni». Se poi si arriva alla conclusione che amministratori e gestori «non svolgono in modo adeguato i loro compiti, li si sostituisca - sottolinea il presidente - sulla base delle leggi e dei codici». Insomma, «le esondazioni sono sempre negative», perchè finiscono con l'intossicare «sia lo spirito pubblico, sia il clima e il funzionamento dell'azienda Rai». Dopo le polemiche dei giorni scorsi sul caso "Primo Piano", è presumibile che oggi si torni a discutere di palinsesti in cda. Intanto però le linee del nuovo piano editoriale vengono duramente contestate dai cdr, riuniti in assemblea a Saxa Rubra con l'Usigrai, alla presenza del segretario della Fnsi Siddi. Il tavolo con l'azienda - rappresentata dal direttore generale Cappon e dal vice dg Leone - è già convocato per domani. Da registrare anche l'affondo di Maurizio Gasparri contro Cappon: il capogruppo del Pdl al Senato invita il dg a «evitare lottizzazioni dell'ultima ora».

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