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Rai, Travaglio fa vergognare anche Cappon

Travaglio

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Stavoltaci pensa il giornalista con la sua partecipazione, sabato sera, alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa. Trasmissione durante la quale Travaglio ha duramente attaccato il presidente del Senato Renato Schifani. Il giornalista ha citato un brano del suo libro in cui si fa riferimento ai rapporti tra il neopresidente ed alcune persone condannate per mafia. Immediata la polemica, con il Pdl sulle barricate e viale Mazzini costretto a correre ai ripari. Già sabato sera il direttore di Raitre Paolo Ruffini si era dissociato stigmatizzando il comportamento del giornalista. Ieri è toccato al direttore generale Claudio Cappon prendere le distanze con una nota ufficiale letta in diretta da Fabio Fazio poco prima di cominciare la puntata domenicale di Che tempo che fa. Una nota in cui Cappon si è dissociato a nome dell'azienda e ha definito il comportamento di Travaglio «inaccettabile in qualsiasi programma del Servizio Pubblico» anche perché «mette in campo critiche, insulti e affermazioni diffamanti senza alcuna possibilità di contraddittorio». Il direttore generale avrebbe già preso contatti con le strutture aziendali per valutare le iniziative da prendere. Anche Fazio che sabato sera aveva sottolineato di non condividere le parole di Travaglio si è scusato pubblicamente con Schifani. Dal canto suo il presidente del Senato ha replicato a Travaglio dai microfoni del Tg1. «Si tratta di fatti inconsistenti e manipolati - ha spiegato - che non hanno dignità di generare sospetti. La verità è che qualcuno vuole minare il dialogo e il confronto costruttivo che ha caratterizzato l'inizio di questa legislatura». In ogni caso Schifani è certo che «se c'è qualcuno che deve pagare dei prezzi li pagherà, io sto pagando in queste ore, ma sono sereno, nessuno fermerà la mia azione». Nel frattempo, però, si infiamma la polemica politica. La maggioranza chiede sanzioni esemplari e, contro Travaglio, scende in campo anche il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro: «Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv su una rete pubblica, senza possibilità di contraddittorio». E mentre i consiglieri di amministrazione Rai Giuliano Urbani e Angelo Maria Petroni invocano una svolta radicale nella gestione dell'azienda, Antonio Di Pietro difende il giornalista. «Esprimo solidarietà a Marco Travaglio - dichiara - perchè ha fatto semplicemente il suo dovere raccontando quel che sono i fatti. Episodi che non possono essere cambiati o taciuti perché, da un giorno all'altro, una persona diventa presidente del Senato».

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