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La sconfitta di aprile è stata pesante. È indispensabile ...

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Infine, è necessario stabilire rapporti di alleanza con il resto dell'opposizione, dai centristi di Casini alla sinistra radicale. È il D'Alema-pensiero a venti giorni dal responso delle urne. Il vicepremier uscente lo ha sviscerato nel corso di «in Mezzora» con Lucia Annunziata. «La sconfitta è stata grave. Ed è di lungo periodo perchè la sintonia tra Berlusconi e il Paese, cominciata nel 1994, non è mai finita», ha detto l'ex presidente dei Ds, per il quale serve quindi una riflessione approfondita». D'Alema ricorda di essere stato insultato per 15 anni dopo aver detto che la Lega è una «costola del movimento operaio», cose che oggi invece «si leggono sui giornali». E ha sottolineato la necessità di «elaborare risposte» nel momento in cui la destra si sta facendo carico delle «paure» sulla sicurezza degli italiani. Ma il centrosinistra non deve inseguire le ricette della destra. «Per esempio sull'immigrazione la vera risposta per la sicurezza è il governo dei flussi e l'integrazione, perchè integrando gli immigrati li si allontana dal crimine. Semmai - ha osservato - è la destra la fonte del pericolo; l'immigrazione clandestina è stata favorita dalla legge Bossi-Fini che ha reso difficile l'immigrazione regolare». Per far questo, comunque, non serve il Pd del Nord. C'è «bisogno di un grande partito nazionale che unisca il Paese, che non sia la somma di diverse istanze, come ha fatto Berlusconi, perchè può essere funzionale a vincere le elezioni, ma può creare delle difficoltà per governare». Insomma, «un partito fortemente radicato nel territorio, con una struttura federale che abbia dei leader, che devono avere anche un peso politico». Poi D'Alema ha affrontato la questione delle alleanze. Anche se non è presente in Parlamento la sinistra radicale «non è scomparsa dal Paese», ha detto. «C'è una forza elettorale di tre milioni di voti che si è dispersa nell'astensione, e altro, a sinistra del Pd, ma non è che è scomparsa. Sarebbe un errore pensarlo. Le cose che hanno radici nel Paese non scompaiono». E il Pd deve pensare ad alleanze con gli altri partiti di opposizione, anche perchè le leggi elettorali per le amministrative «premiamno le coalizioni, non i partiti». «Un grande partito di opposizione - ha spiegato - deve avere un buon rapporto con tutte le forze che si oppongono al governo di Berlusconi», definito «capo dei poteri deboli, di «un capitalismo che ha bisogno di protesione da parte del potere politico perché teme la sfida aperta». Tra gli alleati ci potrebbe essere anche l'Udc? «Il bipolarismo - ha detto D'Alema - non significa necessariamente bipartitismo. Neanche Berlusconi è bipartitico e senza l'alleanza con Lega probabilmente non avrebbe neanche vinto le elezioni». E poi «in Italia ci sono leggi elettorali diverse; per esempio nelle amministrative contano le coalizioni e non i partiti. Con il 33% l'autosufficienza sarebbe un errore». Di conseguenza, è interesse dei democratici «stabilire buoni rapporti con tutte le forze di opposizione», specie in vista delle elezioni amministrative: «In linea generale, il più grande partito di opposizione deve costruire rapporti con tutte le altre forze di opposizione». Per concludere, una nota personale: «Ora non ho cariche nel Pd e non sono candidato né aspiro a nessuna carica - ha spiegato l'uomo considerato eterno rivale di Veltroni - quindi non sono antagonista di nessuno».

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