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Il "grilletto" di Grillo puntato contro i giornalisti

Beppe Grillo

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GRILLO CONTRO I GIORNALISTI Adesso se l'è presa pure con il Capo dello Stato. Beppe Grillo, davanti a 40mila suoi fan, a Torino, ha definito il presidente Giorgio Napolitano come il capo dei partiti e non degli italiani. E ha invocato una nuova Resistenza contro il fascismo dell'informazione: giornali pagati dal contribuente; giornalisti sul libro paga dei potenti e camerieri del pensiero unico; editori venduti alle caste; Ordine dei Giornalisti (retaggio mussoliniano) da abolire. E concludendo la manifestazione, ha detto che il blog li spazzerà via. WALTER CONTRO I GIORNALI Più o meno anche Walter Veltroni, ha tuonato contro i giornali... di destra e sinistra. Temendo una resa di conti interna al Pd, ha assunto toni grillini punzecchiando Il Riformista, reo di attaccarlo troppo e di essere guidato da un imprenditore, Tonino Angelucci (editore anche del feltrista Libero), eletto nel Pdl e amico del suo competitor Massimo D'Alema. Come se non bastasse, Walter si è detto convinto della necessità di avere una propria tv satellitare (su Sky). E ha incaricato due saggi: Francesco Verducci (direttore del suo sito e di Democratica tv) ed Ermete Realacci (responsabile della comunicazione del Pd). In attesa del varo della sua emittente, potenzierà il suo sito. MINOLI CONTRO IL CDA-RAI Giovanni Minoli l'ha detto chiaramente: «Il direttore sospeso Agostino Saccà torni al suo posto. Sarebbe un importante primo atto della nuova Rai». E sarebbe un primo importante terreno di verifica del nuovo governo Berlusconi. Lo stesso Cda Rai scade a fine maggio. Se son rose... fioriranno. GASPARRI CONTRO GRILLO Maurizio Gasparri, chiamato in causa da Beppe Grillo a Torino e demonizzato dalla stessa folla che lo ritiene l'artefice della legge che avrebbe re-introdotto il fascismo in Italia (la legge, appunto Gasparri), in una nota ha rivelato di essere stato oggetto di insulti e minacce a lui e alla sua famiglia. Della serie, chi semina vento, raccoglie tempesta. Grillo dovrebbe stare quindi attento all'effetto delle sue parole. E Gasparri, secondo il comico genovese, dovrebbe stare attento all'effetto delle sue leggi. E il fatto che la legge-Gasparri sarebbe filo-berlusconiana, lo proverebbe il comunicato di pronta solidarietà espresso da Mediaset nei confronti del colonnello di An. Sembra di stare nella Russia comunista: dal conflitto di interessi al processo alle intenzioni. IL MANIFESTO CONTRO GRILLO Lo storico quotidiano comunista non ha mandato giù l'attacco del comico contro l'imperante fascismo mediatico, di cui il Manifesto sarebbe parte integrante. E ha reagito accostando Grillo a Putin, simboli di un populismo qualunquista, sostanzialmente autoritario. Dal fascismo al comunismo mediatico.

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