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Veltroni non ci sta e passa al contrattacco

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In mattinata il premier in pectore, parlando della possibilità che Francesco Rutelli venga eletto al Campidoglio, aveva in realtà detto che «sarà molto difficile la collaborazione con un sindaco del genere». Coda, questa, di una polemica innescata mercoledì sera quando, durante la puntata di Ballarò, il candidato sindaco del Pd nella Capitale aveva ironizzato sull'esistenza di una cordata per l'acquisto di Alitalia: «Dov'è la cordata italiana? - ha chiesto Rutelli - È esistita il tempo di una campagna elettorale». Quindi Veltroni, infastidito dall'attacco del Cavaliere che scende in campo per Gianni Alemanno (oggi sarà anche a piazza Navona per spingere gli italia a votare Pdl al ballottaggio), non ci sta e contrattacca: «Il mio primo mandato da sindaco di Roma, dal 2001 al 2006, ha coinciso con i cinque anni del governo di Silvio Berlusconi. In quel periodo, al di là delle differenti opinioni politiche, tra Palazzo Chigi e il Campidoglio si stabilirono, come è ovvio, rapporti di corretta e proficua collaborazione istituzionale. Ciò avvenne in diverse occasioni», spiega. Veltroni ricorda i grandi eventi capitolini come ai funerali di Papa Giovanni Paolo II o la visita del presidente Bush, come anche la firma della Costituzione europea, «dopo la quale il presidente Berlusconi rivolse parole di apprezzamento per la città, il suo sindaco e la sua amministrazione». Secondo il leader dei Democratici, negli anni in cui era sindaco rapporti ottimi ne aveva con molte personalità dall'allora governo. «Con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, poi, la collaborazione fu particolarmente intensa anche nella gestione del delicatissimo periodo successivo all'11 settembre e di fronte a rischi di attacchi terroristici al Paese e alla sua Capitale». Quindi l'ultima stoccata al presidente del Consiglio in pectore: «Alla vigilia del voto di ballottaggio a Roma - critica Veltroni - Berlusconi minaccia di non collaborare con Rutelli. Un atteggiamento istituzionalmente inaccettabile. Le Istituzioni non hanno colore. Esse devono servire i cittadini, tutti. La verità è che la coalizione di Berlusconi vuole un sindaco "dipendente" e non chi, come Rutelli, può tutelare con autonomia e forza una città che in questi anni è stata un modello di cambiamento e crescita economica e sociale». Insomma, Veltroni è sempre più in campo. Del resto per lui perdere anche queste elezioni amministrative, dopo l'eclatante sconfitta delle politiche, sarebbe un disastro che potrebbe provocare un terremoto anche all'interno dello stesso Pd. Il suo ruolo di segreterio vacillerebbe. Dall'altra parte Francesco Rutelli è ben contento di vedere l'ex sindaco spendersi così tanto, ormai tutti i giorni, per convincere quei romani, che alle ultime elezioni lo hanno incoronato primo cittadino con un distacco dal concorrente eclatante, a votare anche stavolta il centrosinistra. Così, mentre studia una strategia d'opposizione a Berlusconi in Parlamento con l'Idv smistata in un gruppo autonomo ma fedele al patto d'amicizia, Veltroni si ritrova ancora una volta in campagna elettorale. Pesantemente in campagna elettorale. Rutelli sindaco è una delle sue ultime speranze per poter dire ancora "Si può fare".

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