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Grande sconfitta del Pd

Marini

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Il risultato finale parla di un 4 a 3, tra Pdl e Pd, in termini di seggi, ma il distacco percentuale canta tutt'altra canzone. È un ribaltone quello guidato dal Pdl, tanto pesante da far ammettere, senza peli sulla lingua, al rieletto senatore Giovanni Legnini che «la distanza finale è molto superiore a quella attesa, ci aspettavamo un risultato migliore. Dobbiamo però dire che, rispetto alle previsioni, è il Pdl che cresce, noi siamo in linea. Il crollo vero è quello della Sinistra L'Arcobaleno, la flessione è quella dell'Udc». Anche l'Abruzzo non sfugge alla dinamica della polarizzazione: ai piccoli son toccate le briciole, anzi a rigor di seggio neppure quelle. Pdl e Pd hanno macinato le aspirazioni da ago della bilancia dei centristi, abbattuto le ambizioni di alternativa funzionale dell'Arcobaleno. Contemporaneamente, è arrivato il sorpasso del centrodestra: «Un distacco così netto al Senato non ce lo aspettavamo, neppure in una regione come l'Abruzzo, data in bilico — dice il senatore Andrea Pastore — Eravamo prudenti sul regionale, ma dalle proiezioni ci sembra che anche qui ci sia un rafforzamento». «Vittoria straordinaria», chiosa Di Stefano. Ad Avezzano il Pdl ha spiccato il volo, arrivando al 52%, tocca il 49% a Sulmona, dove si vota anche alle amministrative, staccando di 11 punti il Pd, è in parziale controtendenza solo all'Aquila, dove la coalizione di centrosinistra ha successo, ma il partito di Berlusconi resta primo. Il Pdl schizza anche a Pescara, dove da solo ha il 43% contro il 34,74 del solo Pd. Più forte l'alleato Di Pietro (nel Vastese trionfa con il 14%) che tira meglio rispetto al Movimento per l'Autonomia. In tutta la provincia di Teramo il Pdl supera il 42% e il Pd si attesta al 41%; in città 43,7% il Pdl e 41,3% il Pd. Lo spartito non cambia neppure a casa del presidente del Senato Franco Marini: anche la torretta di San Pio delle Camere viene espugnata dal centrodestra. «Ora — afferma il parlamentare Pdl Marcello De Angelis — dobbiamo pensare a consolidare questo risultato per le provinciali». È stato lo scontento a regalare le elezioni al centrodestra: lo scontento contro il governo Prodi, ma anche, dice Sabatino Aracu, contro l'azione amministrativa di Del Turco. Sulla stessa linea l'altro nome nuovo del Senato, Paolo Tancredi. Poi c'è l'astensionismo, che ha tagliato le gambe alla sinistra oltre il Pd: «La batosta era ampiamente prevedibile, ma non in questa misura — ha detto Maurizio Acerbo, capolista della Sinistra l'Arcobaleno al Senato. La mossa di Veltroni di attrarre voti sul Pd non è servita a battere Berlusconi». Ci prova Luciano D'Alfonso a mettere una pezza a colore: «Ciò che è certo è che la nostra forza politica c'è, è fortemente radicata in tutto il territorio regionale». Ma neanche la più abile dialettica ha il potere di cambiare i numeri.

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