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Fausto si aggrappa agli indecisi

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Si apre con questa arringa difensiva la giornata di chiusura della campagna elettorale Bertinottiana nella «storica» piazza Navona, epilogo oratorio di quasi tutti i cortei degli Anni '70. In realtà quello del subcomandante Fausto non è un comizio ma un'intervista pubblica con il caustico Dario Vergassola, che alleggerisce l'ultima puntata di una maratona politica tanto breve quanto noiosa e ripetitiva. «Veltroni ci ha detto che siamo responsabili della caduta del governo Prodi, che abbiamo tagliato il ramo su cui eravamo seduti. Ha detto una volgarità perchè su quel ramo non c'eravamo seduti solo noi ma tutte le forze che si erano unite contro Berlusconi - attacca il leader della Sinistra Arcobaleno - La sinistra semmai è stata fin troppo responsabile e ha provato a cambiare il governo e il Paese anche dal governo. Ora dobbiamo elaborare il lutto e ci candidiamo a un'opposizione capace di guadagnare dei risultati, non per una cultura minoritaria ma perchè non ci sono le condizioni politiche per fare un compromesso con le altre forze». Il messaggio è diretto agli indecisi, che i sondaggi danno in quantità industriale: «Non c'era alternativa, dovevamo provarci perché c'era stato Berlusconi che aveva messo sotto i lavoratori. Per questo dovevamo provare a mettere insieme tutte le forze per batterlo - spiega il presidente della Camera - Ma poi le nostre aspettativa sono state deluse. E semmai abbiamo ingoiato troppi bocconi amari». L'intervista va avanti, fra applausi e risate dei circa 5000 presenti. Si parla delle contraddizioni interne del Pd e di Boccuzzi o Calearo, definiti «il lupo e l'agnello», delle dichiarazioni «omofobiche» del generale Del Vecchio, dei fucili di «quel pistola» di Bossi (Vergassola dixit) e del modello di vita berlusconiano, del rispetto per le idee («sbagliate») di Ferrara e della Resistenza messa in discussione da Dell'Utri, di Fini «che vuole cancellare la sinistra» e del futuro di Bertinotti, che non solo non andrà più a «Porta a Porta» ma non farà più il leader. Infine, il commiato: «Andate casa per casa, strada per strada a chiedere un voto per un giorno e un impegno per il futuro perchè domenica nasca nell'urna la sinistra del futuro. Sarà la casa di tutti noi», è l'ultimo appello di Berty. «Sì, andate a casa- conclude Vergassola citando Giovanni XXIII - date una carezza ai vostri figli e dite che ve la manda Fausto...».

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