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Nel Partito Democratico riesplode la bomba gay

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Incorsa si aggiungeva anche il portavoce di Gayleft Andrea Benedino. I due finivano candidati alla Camera in Puglia (Concia è decima) e Piemonte I (Benedino è dodicesimo). Abbastanza per placare le polemiche sulla presunta omofobia del Pd. Ma certe cose non cambiano mai. Così basta una dichiarazione azzardata, una frase buttata lì con un po' di superficialità ed ecco riesplodere la bomba. Tocca al generale Mauro Del Vecchio, ex comandante della missione Isaf in Afghanistan e candidato al Senato per il Pd nella circoscrizione Lazio, riaprire lo scontro. Intervistato da Klaus Davi, il neocandidato sfodera una frase ad effetto: «I gay nell'Esercito sono inadatti. Io rispetto ogni scelta legittima e lecita della persona, ma credo che nell'ambito di una struttura come l'Esercito, dove le attività si svolgono sempre insieme, è opportuno non dichiarare ed evidenziare la propria omosessualita». «Anche nella mia carriera mi sono imbattuto in episodi di omosessualità - prosegue - ed ho fatto in modo che quelle situazioni non si verificassero di nuovo, che chi ne era coinvolto venisse ricollocato ed impiegato in altre aree. In ogni caso, non ho mai mandato via nessuno dall'Esercito perché gay». Apriti cielo. Pochi minuti e si scatena l'inferno. Il primo ad attaccare è il socialista (presidente onorario dell'Arcigay) Franco Grillini: «Ci piacerebbe sapere se i suoi ragionamenti discriminatori sono condivisi dal Pd e dal suo vertice. In ogni caso le affermazioni di Del Vecchio ci tolgono ogni dubbio: è bene che la comunità lgbt italiana non si fidi del Pd». A stretto giro di posta scende in campo tutta la Sinistra l'Arcobaleno. Da Fabio Mussi a Franco Giordano, passando per Loredana De Petris, Vladimir Luxuria e Angelo Bonelli, tutti stigmatizzano le parole del generale e attaccano il Pd. Anche i candidati del Pd non sono teneri. «Bisogna superare queste ipocrisie - attacca Benedino -. La Forze Armate sono piene di omosessuali non dichiarati perché sanno che, altrimenti, sarebbero marginalizzati. Del Vecchio farebbe bene a confrontarsi con loro. Bisogna superare il principio americano del don't touch don't tell, se non lo dici non ti tocco». Anche Paola Concia è sulla stessa lunghezza d'onda: «Bisognerebbe stare più attenti a ciò che si dice e ciò che si pensa. Il Pd non è contro i gay e spero che Del Vecchio si impegni in Parlamento per favorire il rispetto e la non discriminazione all'interno delle Forze Armate. Presenterò una proposta di legge per rendere l'esercito più accogliente e chiederò al generale di essere il secondo firmatario». La polemica costringe Del Vecchio ad una parziale retromarcia («Ho evidentemente peccato di inesperienza politica»). Poi tocca a Veltroni cercare di chiudere la polemica: «Le parole che il generale ha pronunciato sono assolutamente sbagliate e lontane anni luce dal programma del Pd e dai suoi valori. Ho visto che le ha rapidamente corrette e sostanzialmente smentite. E questo mi pare chiuda ogni possibile polemica che sarebbe strumentale».

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