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Expo di Milano

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Sette anni sono sufficienti ma non sono troppi». Sono la parole del presidente del Consiglio Romano Prodi, al termine, ieri a palazzo Chigi, della prima riunione del comitato promotore dell'Expò, che ora, sempre sotto la presidenze del sindaco di Milano, Letizia Moratti, si trasforma in comitato per la pianificazione. Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, sottolinea che «rappresenta una grande affermazione per la politica estera italiana». E il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ribadisce che si è trattato «di una vittoria impensabile senza l'impegno del governo», mentre il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ringrazia «sentitamente» il presidente del Consiglio. «Il successo non è garantito - sottolinea ancora Prodi - ma Milano ha le carte in regole per soddisfare quello che chiede un mondo raffinato e esigente. L'Expo deve essere in grado di interpretare i bisogni e le novità». Prodi evidenzia poi a proposito dei rapporti internazionali, come «sia anche molto importante che l'amicizia con il presidente turco Gul non si sia rotta dopo il voto. Al contrario, mi ha anche invitato - aggiunge - per una visita». «Abbiamo fatto gioco di squadra, abbiamo lavorato tutti e ognuno ha fatto la sua parte, anche il governo - ribadisce il governatore della Lombardia - Milano e la Lombardia si confermano come il simbolo dell'Italia che vince, che produce e lavora. Un'Italia di classe e che ha gusto». I prossimi mesi «saranno fondamentali, sette anni non sono tanti, c'è bisogno di uno sforzo collettivo - ha detto Enrico Letta - ed è necessario che lo spirito di assoluta collaborazione istituzionale, che è stato il segreto di questa vittoria, deve continuare».

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