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Pecoraro Scanio è scomparso. Travolto dai rifiuti

Pecoraro Scanio

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Qualchedichiarazione sparsa qua e là, qualche apparizione ufficiale, ma niente di più. L'ultimo programma di approfondimento televisivo a cui ha partecipato è stato Matrix, lo scorso 13 febbraio. L'ultima intervista ufficiale all'Unità il 7 marzo. Poi, il nulla. Eppure si tratta pur sempre di un leader di partito, di un ministro del governo, di uno, insomma, che non ha bisogno di presentazioni. Anche il suo blog www.pecoraroscanio.it testimonia, inesorabile, il momento di difficoltà. Cinque articoli pubblicati nell'ultima settimana: uno sul Tibet, uno sulla giornata della memoria per le vittime della mafia (cui ha partecipato il 15 marzo a Bari), uno per annunciare che arriveranno ben 149 nuovi agenti forestali a difesa dei parchi nazionali italiani, uno per lanciare la settimana del commercio equo solidale. In mezzo, il 13 marzo, un post dello staff che gli augura buon compleanno. Insomma la domanda nasce spontanea: che fine ha fatto Pecoraro Scanio? E pensare che, poco più di due mesi fa, era proprio lui il protagonista assoluto, ministro dell'Ambiente salernitano alle prese con l'emergenza rifiuti in Campania. C'è chi giura che i suoi problemi siano iniziati proprio lì. Da quel momento, infatti, il leader dei Verdi è diventato l'origine di tutti i mali, «l'ambientalista del no» cui addossare, nell'ordine, la colpa: della mancata costruzione dei termovalorizzatori e delle discariche in Campania, della Tav in Piemonte, delle infrastrutture nel resto d'Italia, dei rigassificatori in Puglia. Veltroni e Berlusconi, ormai, lo indicano quasi quotidianamente come esempio della politica dei veti che ha messo il Paese in ginocchio. A dire il vero anche i suoi nuovi alleati nella Sinistra l'Arcobaleno, dopo aver fatto di tutto per imbarcarlo, convincendolo a mollare il simbolo del Sole che ride, sono subito corsi ai ripari. Anzitutto hanno accuratamente evitato di candidarlo nella «sua» Campania e lo hanno prudentemente dirottato verso il posto di capolista alla Camera nella Puglia di Nichi Vendola. Non proprio una promozione per uno che è stato consigliere e assessore al comune di Salerno, consigliere a Napoli e in Regione Campania. Senza contare che, in quota verde, sono stati eletti: il presidente della Provincia di Napoli Dino Di Palma, l'assessore provinciale all'agricoltura Francesco Borrelli (ex portaborse di Pecoraro), l'assessore all'Ambiente del comune Gennaro Nasti e l'assessore regionale all'urbanistica Gabriella Cundari. Ma non finisce qui. Il ministro dell'Ambiente è stato costretto ad ingoiare anche un altro boccone amaro: la mancata candidatura di suo fratello Marco. Che, ufficialmente, si è ritirato per «evitare di essere catalogato, in modo distorto e strumentale, nella categoria dei "parenti"». Nel frattempo anche i Verdi hanno cominciato a sgretolarsi lentamente. In Sardegna, ad esempio, i militanti del Sole che ride si sono accasati nelle liste dell'Italia dei Valori (anche se il deputato Marco Lion, garante del partito sull'isola, ha precisato che «la federazione è stata commissariata» e «nessuno può dichiararsi rappresentante dei Verdi sardi»). Mentre a Roma l'ex assessore comunale all'Ambiente Dario Esposito verrà candidato nelle liste provinciali del Partito Democratico. Insomma non è un buon periodo per Pecoraro Scanio che, oggi pomeriggio, presenterà a Roma la campagna elettorale dei Verdi nella Sinistra l'Arcobaleno. Cinque i temi: energia, inquinamento, carovita, animali e clima. L'appuntamento è alle 15 all'hotel Nazionale. Federica Sciarelli prenda nota.

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