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Veltroni fa finta di niente: «Il debito pubblico è sceso»

Walter Veltroni

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O meglio, evitando accuratamente di far riferimento alla possibilità che il 2008 sia un anno a crescita zero. Per lui le parole di Tommaso Padoa Schioppa sono un inno all'ottimismo. «Il ministro - spiega - ha detto che il rapporto tra debito pubblico e Pil è sceso al 103 per cento, un piccolo passo, ma ogni punto percentuale che scende sono soldi dei cittadini per interventi che noi possiamo recuperare per fare cose». Il leader del Pd si impegna quindi, in caso di vittoria, «a portare il debito sotto la soglia del 100%». «Si dovranno fare - continua - cose difficili vista la recessione internazionale e il prezzo del petrolio ma bisogna capire che l'emergenza economica non è un esercizio per economisti ma incide sulla vita delle famiglie». Insomma non è tutto oro quello che luccica, ma il positivo c'è e tanto basta. Dopotutto Veltroni lo ripete da quando è iniziata la campagna elettorale: il Pd è in campo per aprire una nuova stagione. Il passato è passato, soprattutto se negativo. Certo, Romano Prodi strappa comunque un apprezzamento per il lavoro di risanamento dei conti, ma meglio non citarlo troppo. Così dopo aver assolto al suo dovere d'ufficio, il candidato premier si è ributtato anima e corpo nella campagna elettorale. Obiettivo principale: conquistare le terre ostili del Nordest. La prima carta giocata da Veltroni è quella del federalismo fiscale. «Sono convinto - ha spiegato conversando in un forum al Gazzettino - che dobbiamo fare un passo avanti soprattutto sul piano del federalismo fiscale, e lo si può fare anche applicandolo "a due velocità": prima le Regioni che sono pronte a sostenerlo». Quindi ha fatto la sua promessa: «Se vinceremo le elezioni, sicuramente ci sarà un ministro veneto. Il Nordest è stato per troppo tempo sottorappresentato nel governo nazionale. Gli ultimi ministri sono stati Tiziano Treu e Paolo Costa, più di 10 anni fa. Faccio questo annuncio solo alla fine del mio viaggio nel Nordest perché non voglio che sembri una "captatio benevolentiae" elettorale. Sicuramente uno dei dodici ministri della mia squadra sarà veneto; potrà essere una donna, un uomo, un imprenditore o un professionista». In attesa di conoscerne il nome, Veltroni rilancia il programma di governo. Stamattina il candidato premier del Pd presenterà i 12 disegni di legge che saranno presentati al primo Consiglio dei ministri. Ieri, intanto, ha anticipato il «programma sicurezza». Con Veltroni sul palco dell'Auditorium Gran Guardia di Verona il viceministro dell'Interno Marco Minniti e i prefetti, ora candidati del Pd, Achille Serra e Luigi De Sena. Il piano recupera una parte del pacchetto sicurezza proposto, ma non approvato, dal governo Prodi e prevede un aumento di risorse e risparmi. «Non voglio più vedere - ha spiegato il candidato del Pd - poliziotti che mettono timbri sui passaporti. I poliziotti devono stare per strada». Il resto è per il Pdl. «Ho letto la loro lista dei ministri - incalza -. Pensavo di aver preso un giornale di 12 anni fa». «Ciarrapico - continua - ha definito Fini uno sguattero di Berlusconi. È una cosa che non dovrebbe accadere ma fa parte di un obiettivo spostamento a destra del Pdl». E comunque, c'è da essere ottimisti: «Secondo un sondaggio il Pd e il Pdl sono allo stesso livello percentuale. La differenza tra i due schieramenti, ridotta a 4-5 punti la fa la Lega».

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