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Le 7 regioni in bilico

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Siparla del Senato, ovviamente, dove la maggioranza dei voti significherebbe ottenere l'indispensabile «jackpot» per il governo del Paese. A «valere» di più sono, oltre al Lazio, Piemonte, Campania e Calabria, dove la vittoria equivale a quattro seggi per la coalizione vincente e dunque quattro in meno per quella sconfitta. Sette Regioni in bilico, insomma, dove anche il nome di ogni singolo candidato può significare sconfitta o vittoria. Sarà per questo, forse, che scorrendo le liste Pd del Senato non ci sono, tranne qualche rara eccezione, volti presi dalla società civile per un più o meno calcolato effetto mediatico. A parte l'ex prefetto di Reggio Calabria Luigi De Sena, capolista al Senato in Calabria, e Gianrico Carofiglio, magistrato e scrittore, in Puglia, i candidati a Palazzo Madama nelle sette regioni a rischio sono per la maggior parte dei dejà vu, se non tutti a livello nazionale, certamente nel territorio in cui esercitano da anni attività politica. In Liguria, ad esempio, oltre a vantare cinque donne fra i primi otto, si è rispettato l'equilibrio delle Province. A guidare la lista al Senato c'è la presidente della commissione Difesa alla Camera, Roberta Pinotti. Numero due il capogruppo del Pd alla Regione, Claudio Antonio Gustavino. Numero 3 Luigi Lusi, tesoriere del comitato Rutelli 2001, e poi in posizioni certe anche Brunella Ricci, esponente Pd di Imperia, Giovanna Risso, dell'esecutivo provinciale Pd di Savona, e Paola Sisti, assessore della provincia di La Spezia. Anche in Piemonte si punta sgli «esperti». A guidare la lista per Palazzo Madama, Emma Bonino, seguita dal presidente di Legambiente Roberto Della Seta. Poi quattro parlamentari uscenti. Al numero sette il professore di diritto costituzionale alla Sapienza, Stefano Ceccanti, che pure aveva espresso perplessità sulle primarie di ottobre del Pd. Al numero 16, praticamente ineleggibile, persino la nipote della senatrice a vita Rita Levi Montalcini. A cambiare è solo il nome di battesimo, Piera. Avanti gli esponenti dei Ds e Margherita anche in Puglia dove, a parte l'eccezione di Carofiglio, nei top ten figurano il ministro Paolo De Castro, Nicola Latorre, vice presidente Pd al Senato, i senatori uscenti Colomba Mongiello, Giovanni Procacci, Alberto Maritati e la deputata Donatella Poretti. Stessa musica per la Calabria, dove a guidare la lista al Senato c'è l'ex prefetto De Sena e a seguire gli uscenti Bruno, Mazzuconi, Bianchi, Pappaterra. In buona posizione, al numero 5, anche il presidente di Unioncamere Calabria, Paolo Abramo.Rinnovamento col contagocce in Sardegna, dove i tre senatori uscenti si ripropongono nelle prime posizioni. Discorso a parte la Campania, dove per trovare la prima nuova candidatura bisogna scendere all'ottavo posto con Teresa Armato, ex assessore della giunta Bassolino e responsabile del comitato Veltroni per le primarie. Per arrivare a lei occorre leggere i nomi di Marco Follini, Alfonso Andria (eurodeputato), Anna Maria Carloni, (moglie di Bassolino), Vincenzo De Luca, (deputato), Silvio Emilio Sircana (portavoce di Prodi) e i deputati uscenti Maria Fortuna Incostante e Riccardo Villari. Segno evidente che dove c'è da combattere sul serio si preferisce attenuare l'effetto mediatico di un rinnovamento più o meno reale e mandare in campo persone di mestiere.

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