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Veltroni e la sinistra giocano con gli operai

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Walter Veltroni

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In realtà la querelle sul partito che rappresenta meglio gli interessi dei lavoratori è iniziata lo scorso 16 febbraio quando, intervenendo davanti all'Assemblea Costituente del Pd, il segretario Walter Veltroni ha lanciato la candidatura di Antonio Boccuzzi unico sopravvissuto del rogo che, il 6 dicembre, uccise sette operai della ThyssenKrupp. Una mossa che costrinse la Sinistra Arcobaleno a correre ai ripari lasciando filtrare la notizia di un posto in lista sicuro per Ciro Argentino anche lui operaio Thyssen. Uno a uno e palla al centro. Da quel momento in poi la polemica si è trascinata stancamente. Qualche battuta sull'impossibile coabitazione tra Boccuzzi, Colaninno e Calearo, ma niente di più. Almeno fino a ieri quando la ferita si è riaperta. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato la notizia dell'esclusione di Argentino dalle liste della Sinistra Arcobaleno. Immediata la reazione del Pd. Oltre a Boccuzzi scendono in campo gli ex segretari confederali della Cgil Paolo Nerozzi e Achille Passoni (anche loro candidati). La domanda è sempre la stessa: come mai proprio la Sinistra Arcobaleno non privilegia gli operai? Immediata la replica. «Nelle nostre liste ci sono moltissimi rappresentanti del movimento operaio - attacca il segretario del Prc Franco Giordano -. Ma soprattutto la condizione operaia si difende e si rappresenta con politiche adeguate e coerenti. Le nostre lo sono, non mi sembra si possa dire lo stesso di altri». Interviene lo stesso Argentino che spiega di aver scelto volontariamente di non candidarsi «per evitare qualunque strumentalizzazione della vicenda della Thyssen a fini elettorali». La polemica infiamma fino al colpo di scena. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci (il partito che ha proposto la candidatura di Argentino), fa un passo indietro. «I comunisti sono diversi da tutti gli altri - annuncia in una conferenza stampa -, per questo motivo ho deciso di lasciare il Parlamento ed al mio posto ci sarà come capolista (nel collegio Piemonte I della Camera ndr) Ciro Argentino, operaio della Thyssen. La politica si può fare bene anche fuori dalle istituzioni». Commosso l'operaio («È la risposta alla politica fatta con le chiacchiere da tanti altri partecipanti a questa campagna elettorale») mentre alleati e colleghi di partito applaudono il gesto del segretario. Il candidato premier della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti si trincera dietro un «no comment» e, a sorpresa, arrivano anche i complimenti di Veltroni («un gesto importante»). Ma nella battaglia per la palma di partito del lavoro arriva anche il terzo incomodo. È la Sinistra critica di Franco Turigliatto che, presentando le liste, annuncia la candidatura di ben 11 operai. E il deputato del Pdci Orazio Licandro lo attacca: «Nessuno di quegli operai candidati entrerà in Parlamento».

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