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Un primo colpo per vendicare Imad

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Così i miliziani si sono messi in moto per colpire al cuore di Israele. Ma l'attacco doveva essere anche una punizione per i palestinesi moderati che trattano con il «nemico sionista». Non per accusa semplicemente ideologica ma proprio per vendicare la morte del loro capo militare. Infatti il servizio di intelligence Hezbollah, particolarmente efficiente al punto di essere riuscito a infiltrare persino il Mossad così da mettere a segno il successo nella guerra dell'estate 2006, è arrivato alla conclusione che il loro imprendibile capo militare era caduto a Damasco in una trappola favorita da due esponenti palestinesi. L'attentato alla scuola rabbinica Mercaz Harav doveva colpire Israele e il processo di pace. Così è stato scelto un palestinese militante Hezbollah Ala Abu Dahim che era stato individuato dallo Shin Bet, ma le prove a suo carico erano state insufficienti così era tornato in libertà. E ieri, sulla casa dell'«arabo blu», con documento israeliano e libera circolazione, sventolavano le bandiere di Hamas.

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