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Veltroni cerca di recuperare i voti dei cattolici. E per ...

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Insomma, se da più parti si ritiene insostenibile la presenza nello stesso partito di cattolici e radicali, come aveva evidenziato tra l'altro proprio Famiglia Cristiana, Veltroni ha preso carta e penna per tranquillizzare i moderati e non perdere voti preziosi. «Non c'è ragione di temere - scrive Veltroni al direttore di Famiglia cristiana - che nel Pd i cattolici siano mortificati. Al contrario, è di tutta evidenza come essi rappresentino una delle colonne portanti del partito: non solo sul piano quantitativo, ma anche sul piano della qualità e dell'autorevolezza delle idee, così come delle donne e degli uomini che le portano avanti». Una risposta che vuole rispondere anche all'appello del Forum delle associazioni familiari per un fisco «a misura di famiglia», sottolineando come nel programma del Pd «le politiche per la famiglia siano un cardine fondamentale, sia per il rilancio dello sviluppo economico, sia per la crescita della qualità sociale». Intanto ieri Veltroni ha proseguito il suo tour nelle Province italiane. Ieri mattina ha fatto tappa a Grosseto e Piombino. In serata era a Livorno. Proprio a Livorno è arrivata la stoccata a Berlusconi e al Pdl: «La destra ha governato per sette anni e grazie a loro l'Italia è rimasta sostanzialmente com'era e per di più con un quadro finanziario devastante. Chi si è candidato oggi per quello schieramento lo fa per la quinta volta. Sono andato a vedere gli annali e non c'è nessun Paese europeo in cui un leader si sia candidato per cinque volte come premier pur avendo governato per due volte». Nel comizio precedente a Grosseto, il candidato premier del Pd aveva annunciato che i punti essenziali del proprio programma sono pronti: «Entro la metà di marzo - ha detto - presenteremo i disegni di legge relativi ai dodici punti del programma, in modo da essere pronti per approvarli nella prima riunione del Consiglio dei ministri». E sulle elezioni ha aggiunto: «Il Pd è in ripresa e il 14 aprile sarà una bella giornata». Veltroni ha poi chiesto «un patto tra le forze sociali» per far crescere la ricchezza del Paese e per una più equa distribuzione delle risorse. «Bisogna fare subito ciò che le famiglie italiane attendono: l'incremento dei salari e degli stipendi», ha spiegato. E sul pericolo di un'eventuale collaborazione con il Pdl ha chiarito: «Ho sentito uno strano Casini in un'inusitata versione barricadera, preoccupato che io collaborassi con Berlusconi. Non l'ho fatto e non intendo farlo. Le regole della partita si scrivono insieme, ma poi si gioca l'uno contro l'altro. Non ci si mette d'accordo sul risultato». E durante questa lunga giornata in Toscana, Veltroni si è concesso anche un pranzo a casa di una famiglia di Piombino. Stavolta è toccato a Mirko Lami, responsabile della sicurezza nelle acciaierie Lucchini, fare gli onori di casa. Erano invitati anche il sindaco di Piombino, il segretario toscano del Pd e il regista livornese Paolo Virzì che ha negato un suo impegno in politica. «Ho passato delle ore bellissime», ha commentato Veltroni. Il candidato premier del Pd ha trovato il tempo anche per rispondere ai coordinatori del Tavola della Pace, che avevano chiesto maggiore attenzione sui temi di politica estera: «Verso chi chiede risorse per i diritti umani e la lotta alla povertà - ha detto - l'impegno del Pd proseguirà. Esempi passati sono stati il ritiro dei militari dall'Iraq, la battaglia per la moratoria della pena di morte e l'impegno di pace in Medio Oriente. Responsabilità che oggi noi rivendichiamo con orgoglio».

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