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Catto-dem in cerca di coesione. Ma già ci sono defezioni

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Immaginato prima che cadesse il Governo Prodi, il convegno che si svolgerà oggi a Roma cade, per uno scherzo del calendario, nei giorni caldi del pre-voto, dell'accordo elettorale tra Veltroni e i radicali, delle critiche di «Avvenire» e «Famiglia cristiana», dei maldipancia tra i cattolici democratici. Inevitabile, allora, che l'appuntamento sia l'occasione per parlare anche della difficile sintesi di valori all'interno del Pd, così come di liste e candidature. Ma anche il momento per misurare la temperatura dei rapporti non eccellenti tra le diverse sensibilità catto-democratiche. Ma la partecipazione della Bindi è molto in forse. «Non penso che parteciperò al convegno al quale non sono stata invitata a parlare e a spiegarmi - ha detto - Se sarà nel segno della laicità ci sarò, se sarà all'insegna del correntismo e del contrappeso (nei confronti dei radicali, ndr), non parteciperò». Anche il prodiano Franco Monaco non si presenterà. Compatta, invece, la pattuglia dei teodem (Paola Binetti, Luigi Bobba, Enzo Carra) che ieri ha incontrato Veltroni. «Ci ha rassicurati», commenta Carra. «Spero che gli sia stato utile ascoltarci in vista dell'incontro di domani», aggiunge. La politica, a guardare il programma, dovrebbe restare ai margini. Al seminario (al quale aderiscono Quarta Fase, Cristiani Sociali News, Argomenti 2000, Laboratorio per la Polis, Fermenti, Visioni Contemporanee, Cattolici liberali cristiani), ci saranno quattro relatori non politici: il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, Guido Formigoni, il sociologo Franco Garelli e il salesiano don Carlo Nanni. Il titolo del seminario, da cui partiranno le loro considerazioni, non è casuale. «Il bene comune è un obiettivo per i cattolici del Pd, e l'educare riecheggia quell'educazione alla legalità di cui parlava il documento della Cei del 91, che fu profetico pensando a quanto è successo poco dopo con Tangentopoli», spiega Francesco Saverio Garofani, deputato Pd di area cattolica, che con Franceschini ha lavorato all'iniziativa. «E vorremmo - prosegue - che questa fosse un'occasione in cui la politica ascolta». Per questo, sebbene saranno molti i big del partito presenti (Franceschini, Fioroni, Binetti oltre a tutti i teodem), nessuno di loro prenderà la parola. Tranne Veltroni, che nel suo intervento di saluto ribadirà la necessità, per il Pd, di una convivenza tra anima laica e anima cattolica, e che per questo bisogna superare ed eliminare la logica di battaglie ideologiche e cercare la soluzione ai problemi concreti delle persone, sulla base di un programma al quale tutti sono vincolati. Lo ha chiarito ieri Dario Franceschini, che ha ribadito come la «strada giusta è quella de dialogo». Al centro o al margine del seminario, insomma, di politica si parlerà. I «teodem» vogliono essere nuovamente rassicurati da Veltroni. «Vogliamo garanzie - spiega Carra - che la componente cattolica sia ascoltata e rispettata».

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