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Nicola Imberti [email protected] Ci ha riflettuto a ...

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Invece no. Alle prossime elezioni l'ex segretario del Ppi ci sarà. «Merito» dell'accordo siglato tra il Pd e i Radicali. Un'intesa che Castagnetti boccia senza mezzi termini e che lo ha convinto a non mollare. Presidente, arrivano Emma Bonino & Co., Umberto Veronesi viene candidato capolista in Lombardia, siamo davanti a una deriva laicista del Pd? «Io scinderei le due cose. Veronesi è un oncologo di fama mondiale e, a prescindere dalle cose che può pensare sulle tematiche etiche, è una scelta che ha il mio apprezzamento». E i Radicali? «Quello con i Radicali è un accordo che i cattolici del Pd hanno subito». Preoccupati? «Abbiamo ottenuto l'assicurazione che i candidati radicali sottoscriveranno il manifesto dei valori e il programma. Nulla verrà rinegoziato. Anche perché sarebbe inaccettabile ridefinire delle cose che, per noi, sono la carta d'indentità del partito». Non teme che l'elettorato cattolico non capisca? «L'elettorato cattolico non capisce e non condivide l'ingresso dei radicali. Basta vedere i messaggi che ci arrivano dal territorio». Quindi, che si fa? «Ieri sono stato a Torino e, nei prossimi giorni, sarò a Catania e Verona. Dobbiamo "pedalare" per rassicurare l'elettorato del nostro impegno e del fatto che noi, dirigenti cattolici del Pd, vigileremo su questa intesa. Ovviamente anche Veltroni deve fare la sua parte, ma credo che alla fine ce la faremo». Era proprio necessario? «No. È uno stress che avrei volentieri evitato. E francamente mi sfugge il motivo per cui tutto questo è stato fatto». Qualcuno dice che guadagnerete voti... «Personalmente non vedo i vantaggi di un'operazione ad alto rischio. Conosciamo i Radicali e sappiamo che sono sempre eccessivi e hanno una certa "allergia" ad integrarsi con altri. Sono più propensi a conservare la loro identità». C'è chi dice che, in questo modo, il Pd diventerà più laico. «Il Pd ha fatto un lavoro difficile per definire un manifesto di valori che rappresenta un punto di sintesi tra varie sensibilità. Sarebbe un peccato se si arretrasse ad una conflittualità tra guelfi e ghibellini che mi sembra ampiamente superata. In ogni caso non credo che il Pd abbia bisogno di innesti esterni per testimoniare la propria laicità». Chiederete una compensanzione per riequilibrare il rapporto laici-cattolici? «I cattolici sono tra i cofondatori del Pd. Ci sono e non baratteranno nulla con gli altri. Noi chiediamo semplicemente che non ci si discosti di una virgola dalla sintesi trovata. Non cadiamo nella trappola di dire: adesso dateci 9 parlamentari in più. Anche se è chiaro che la nostra presenza dovrà essere commisurata al nostro peso». Insomma, se qualcuno deve andarsene, quelli non siete voi? «Mi sembra ovvio. Se i Radicali non condividono il nostro manifesto dei valori traggano le dovute conseguenze. Mi viene da sorridere quando leggo che Emma Bonino dichiara di non avere pregiudizi nei confronti di Paola Binetti. Ci mancherebbe. Casomai dovrebbe essere il contrario visto che Paola è tra i cofondatori del Pd ed Emma sta entrando». Riuscirete a trovare una soluzione? «Io non dimentico che, meno di un anno fa, respingemmo la candidatura di Marco Pannella alle primarie del Pd perché avevamo due percorsi diversi e incompatibili. Adesso questa compatibilità è tutta da dimostrare. E sono gli ospiti che hanno l'onere della prova, non chi ha costruito la casa».

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