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Elisa Di Salvatore «Mi amareggia molto che il destino dei ...

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I Radicali, vostri compagni nella Rosa nel Pugno, entrano nel PD e i Socialisti ne sono fuori, perché? «Gli avvenimenti di questi giorni attengono alle categorie del piccolo calcolo e delle furbizie. Se la politica del Pd vuole avere lungo respiro non può impantanarsi con gli apparentamenti». Dov'è l'errore? «Si sbaglia approccio. È interesse di chi fa il candidato premier avere a fianco alleato chi viene dal riformismo socialista. Dovrebbero prevalere i libri di storia e non la calcolatrice che usa Bettini che non tiene conto dei 4mila iscritti radicali contro i 77mila dei socialisti». Scusi, ma allora perché non vi vogliono? «C'è stato un solo incontro che non c'entrava nulla con la buona politica. Non si doveva discutere di numeri. Doveva essere naturale e scontata l'alleanza con chi è stato insieme nell'Unione e responsabile verso il Governo Prodi. È mancato il confronto e si è discusso solo attraverso le agenzie». Siete ancora disponibili a continuare le trattative? «Non ricerchiamo uno squallido accordo elettorale ma un tavolo a cui sederci, con rispetto verso la tradizione socialista e senza pregiudiziali del programma, del simbolo e delle modalità dell'alleanza». Cosa si augura che accada nei prossimi giorni? «Il riconoscimento di pari dignità da parte del Pd. Se non dovesse succedere, il Partito Socialista correrà da solo, col rischio di sparire. E il Pd si troverà non poco imbarazzato a spiegare poi l'anomalia italiana al Pse».

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