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«Vasa Vasa» e don Raffae', vite parallele all'ombra di Mannino

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Dueuomini che in Sicilia sono in grado di accaparrarsi oltre il 30% dei consensi. Quanto basta per dare filo da torcere a Berlusconi in questo balletto di accordi andato in scena nelle ultime ore tra Roma e Palermo. Sono entrambi laureati in medicina e chirurgia, ed in comune hanno anche il maestro: l'ex ministro Calogero Mannino, vecchio uomo della Dc siciliana. Domani, Salvatore Cuffaro, compierà 50 anni; mentre il prossimo ottobre, Raffaele Lombardo, raggiungerà le 58 primavere. Se il primo, l'ex governatore della Sicilia, alla fine degli anni Settanta già era dirigente del movimento giovanile della Dc, il secondo, il leader del Mpa, faceva i primi passi nella gioventù Dc catanese per poi decollare nello stesso Scudo crociato all'ombra di Mannino. Per dare una dimensione del consenso che ruota attorno a questi due uomini politici di Sicilia, l'ultima volta che Cuffaro si è candidato nell'Isola ha preso da solo più di un milione e 300mila voti. Cifre da sogno anche per il suo leader Casini che in tutto lo Stivale ne raggiunge meno di un terzo. La prima ribalta nazionale sul piccolo schermo, Cuffaro, ce l'ha avuta nel settembre 1991, all'epoca deputato regionale Dc, grazie ai microfoni del suo eterno rivale Michele Santoro, nel corso della trasmissione televisiva «Samarcanda». Da allora il decollo mediatico per l'ex governatore, suggellato in seguito dalla temporanea uscita dalla scena politica dell'ex ministro Mannino per problemi giudiziari. E così, da sempre vicino alle sue posizioni politiche, Cuffaro subentrava a Mannino in ruoli di primo piano nel partito in Sicilia. Anche Lombardo, eurodeputato, non ha mai avuto ruoli di secondo piano in politica. Per dirne una, nell'aprile 2005 costituisce quattro liste, tra cui il Movimento per l'autonomia che, raccogliendo a Catania complessivamente il 20 per cento circa di voti, si rivelano decisivi per rieleggere sindaco l'azzurro Umberto Scapagnini. Buon tempo, ma anche tempesta nella vita politica di Lombardo. Come quella abbattutasi poco più di tre anni fa, in seguito alle accuse di una sua gestione antidemocratica del partito. Accuse rivoltegli dagli esponenti «quarantenni» dell'Udc siciliana. Da qui l'arrivo a Catania di Luca Volontè in qualità di supervisore, e di Francesco D'Onofrio in qualità di commissario. A questo punto, Lombardo esce dall'Udc e lancia definitivamente il suo Mpa. Adesso entrambi si ritrovano a giocare una grande partita. Basti pensare che non escono sconfitti da un campo che ha come giocatori Casini, ma soprattutto Berlusconi.

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