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La Bonino si mette in vendita e chiede 5 milioni al Pd

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Unadichiarazione mattutina di Emma Bonino a Radio Radicale fa salire le quotazioni dell'accordo. E ringalluzzisce chi scommette sull'intesa. Ma il fronte dei contrari non tarda a farsi sentire. «Stento a credere - afferma in una nota Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera e deputato popolare del Partito democratico - che siano vere le notizie che trapelano sulla spalancatura delle porte del Pd addirittura al Partito radicale. La natura del nostro partito - avverte il vicepresidente di Montecitorio - è stata definita con chiarezza appena due giorni fa e l'innesto di un altro partito così identitario rischia oggettivamente di alterarla». Castagnetti precisa che «non è certo in discussione la qualità di alcune personalità come Emma Bonino, nè il valore di alcune battaglie come quelle contro la pena di morte e la povertà nel mondo». Tuttavia, «non è compatibile la contemporanea appartenenza al Pd e a un altro partito. Nè possono essere archiviate come prive di significato - prosegue Castagnetti - le iniziative parlamentari che i deputati radicali hanno presentato ancora negli ultimi mesi contro il Sistema sanitario nazionale, i sindacati, l'Inail, il Concordato e altre ancora». Insomma, «l'immagine bella e vincente che Veltroni sta dando del Pd e soprattutto della sua idea di Italia moderna - è l'ammonimento finale di Castagnetti - non può essere penalizzata da polemiche di cui non si sente proprio il bisogno». Nulla quaestio, invece, dal punto di vista di Antonio Di Pietro: «Quando si dà mandato a un candidato premier - dichiara il leader dell'Italia dei valori, che un accordo col Pd lo ha già siglato - ci deve essere un atto di fiducia in ciò che fa e nelle decisioni che prende. Ci rimettiamo a lui con umiltà e responsabilità, non mettiamo veti». A dare fuoco alle polveri è stata l'esternazione mattutina con cui la Bonino ha sottolineato che «se così come a Di Pietro si fosse aperto in coalizione alla lista Emma Bonino, avremmo abbastanza tranquillamente raggiunto il due per cento». Il che «vuol dire dodici deputati e tre senatori, vuol dire cinque milioni di rimborso elettorale-finanziamento pubblico, vuol dire una possibilità di voce autonoma nell'ambito della campagna elettorale televisiva, tutte cose che Di Pietro avrà comunque vadano le elezioni. Tutto questo è quello che è stato negato nel momento in cui si nega la coalizione con la Lista Bonino». Insomma Emma Bonino batte cassa al Pd di Veltroni con una richiesta precisa e circostanziata. Il punto è che «sia in termini di eletti, che sia in termini di rimborso elettorale, che sia in termini di spazi televisivi, che sia nelle posizioni successive all'interno del gruppo o dell'assetto parlamentare, tutto questo non si lascia al buon cuore». Parole che sono parse agli osservatori una chiara indicazione sulla possibilità di un'intesa. Anche se nel loft del Partito democratico le valutazioni della Bonino sono forse parse eccessive. Resta da capire se la proposta è arrivata o arriverà. E se potrà soddisfare le aspettative dei Radicali.

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