Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Le "streghe" all'assalto di Ferrara

default_image

  • a
  • a
  • a

Inveceè una mina già scoppiata e continuerà a deflagare fino al 13 aprile. L'altroieri il caso di Napoli, il blitz della polizia nell'ospedale dove una donna ha abortito un feto di 21 settimane. Ieri la mobilitazione delle donne nelle piazze di mezza Italia - Napoli, Roma, Milano, Bologna - in una fiammata femminista che non s'alzava da 40 anni. E che ha rispolverato lo slogan d'antan «tremate tremate le streghe son tornate» compattando attorno alla battaglia per la difesa della 194 da Giordano alla Bonino, dal leader della Cgil Epifani all'Arcigay, ai ministri Ferrero, Livia Turco, Melandri e Pollastrini, dalla Sinistra Arcobaleno al Pd (esclusa la teodem Binetti) insomma. Una marea che monta, che a Roma sfocia in un corteo minaccioso e intollerante. Marciano issando cartelli con la faccia fatta truce di Giuliano Ferrara, cercano d'arrivare alla sede del Foglio, sognano di assaltarla come una Bastiglia. Ma la polizia fa sponda, ci sono momenti di tensione. «Siamo in piazza per dire no all'aborto clandestino», rilanciano le donne dell'Udi, storica sigla femminista. Le altre promettono di trasformare l'8 marzo in una grande giornata in difesa della legge sull'aborto. Livia Turco scende dalle sue stanze al ministero della Salute, stringe le mani alle manifestanti, dice che «quello che è accaduto a Napoli non deve succedere più», sostiene che sì, l'8 marzo deve essere una data pro-194, «una legge che afferma un grande valore, la responsabilità e l'autonomia delle donne». La giornata è carica di anticlericalismo. Oltre a Ferrara, l'altro bersaglio è il «Papa oscurantista contro le donne e contro la scienza». Attacca così un appello firmato da 12 autorevoli e ben schierate signore (la Hack, Sabina Guzzanti, Alda Merini, ma anche Isabella Ferrari e Lidia Ravera, un film e un libro appena usciti). Tirano per la giacca due candidati leader: «Caro Veltroni, caro Bertinotti, ora basta». Il presidente della Camera ammonisce: «No alle crociate ideologiche, ma il caso Napoli indigna». Veltroni difende la «194, legge utile ed equilibrata». Impossibile che la spina-aborto non interferisca nella campagna elettorale. E intanto il caso Napoli sbarca alla Camera, su richiesta della Sd Titti Di Salvo. Il governo riferirà in Commissione e non in Aula per il no del capogruppo Udeur, Fabris. «Sarebbe - ha detto - strumentalizzazione da campagna elettorale».

Dai blog