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Sacconi: «Dovremo fare una Manovra correttiva»

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Maurizio Sacconi, senatore di Forza Italia e ex sottosegretario al Welfare, sta partecipando alla stesura del programma di governo di Berlusconi e ci anticipa le parti sul lavoro. Quale è l'eredità che Prodi lascia? «È un'eredità pesante, non c'è dubbio. E l'ha ammesso tra le righe anche lo stesso ministro dell'Economia Padoa Schioppa. Le attese di un extragettito sono ridimensionate dalla bassa crescita mentre sono molto più probabili le extra spese. Si tratta di una serie di impegni non contabilizzati ma che corrispondono a esigenze ineludibili. Mi riferisco ai contratti del pubblico impiego e agli oneri straordinari per l'emergenza di Napoli, per citarne alcuni. Il tutto mentre dalla società sale una legittima richiesta di maggiori disponibilità di reddito soprattutto dalle famiglie più numerose e dai lavoratori dipendenti. Quindi c'è il pericolo di una specie di ingorgo sociale perchè vengono al pettine contemporaneamente alcune domande sociali, l'esigenze di contenimento della spesa pubblica e alcune necessità legate al sostegno della crescita economica». Vuol dire che il prossimo governo dovrà esordire con una manovra pesante per mettere a posto i conti? «Voglio dire che bisognerà pensare subito a una manovra correttiva dei conti pubblici che sia in grado di sostenere insieme consumi e investimenti e quindi una manovra che dovrebbe prevedere una significativa riduzione della pressione fiscale sui redditi, sui carichi familiari, sul reinvestimento degli utili delle imprese e finanziata da un coraggioso taglio di spese improduttive. Una manovra utile anche a liberare maggiori risorse per gli investimenti infrastrutturali». Questo significa rinviare il risanamento dei conti? «Se la riduzione del carico fiscale è fatta nei termini da sostenere la produttività con un prelievo fiscale agevolato del 10% sugli straordinari e sui premi e gli incentivi aziendali, si sostengono tanto i redditi quanto la produttività». Se il Pdl vincerà riaprirà il tavolo con i sindacati sui salari? «Il dialogo sociale sarà un metodo da perseguire e ripartiremo dal patto per l'Italia». A quali punti del programma lei sta collaborando? «Mi occupo del lavoro pubblico e privato». Pensate di rivedere il sistema di contrattazione? «L'introduzione del prelievo fiscale agevolato aiuterà lo spostamento del baricentro della contrattazione nella dimensione aziendale». Andrete avanti con la legge Biagi? «Bisogna completare la legge Biagi. L'ambizione è di costruire lo Statuto dei lavori che aveva progettato Marco Biagi per sostituire l'attuale Statuto. Si tratta di rimodulare le tutele in rapporto all'effettiva debolezza del lavoratore». L.D.P.

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