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Prove di intesa a destra tra Storace e la Fiamma

Francesco Storace

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Ieripomeriggio il leader della Fiamma Tricolore Luca Romagnoli e Teodoro Buontempo de «La Destra hanno iniziato un lungo incontro alle quattro e mezza del pomeriggio e finito a tarda notte per cercare un accordo che unisca i due partiti. Entrambi, infatti, hanno rifiutato di entrare nel partito del Popolo delle Libertà di Berlusconi perché non hanno voluto rinunciare al proprio simbolo, così come chiedeva il Cavaliere. E proprio sul simbolo si sono «arenate» le trattative fra i due partiti. Nessuno dei due ha intenzione di fare a meno della propria «fiamma». Intanto ieri Francesco Storace è tornato a parlare a «Panorama del giorno» su Canale 5 del mancato accordo con il partito della Libertà. «Avrei voluto allearmi con il centrodestra — ha spiegato — ma una scelta non è mai un obbligo. Noi avremmo voluto scegliere di stare con Berlusconi. Ma quello che sta accadendo è abbastanza curioso. Dopo sessant'anni di Democrazia, per scelta di Alleanza Nazionale e di altre forze politiche gli elettori si dovrebbero trovare una scheda elettorale in cui scompare ogni riferimento alla Destra organizzata. Per raggiungere questo obiettivo bastavano i comunisti!: Non c'era bisogno della firma del centrodestra».«Berlusconi — ha proseguito — è venuto alla nostra assemblea costituente a novembre, è salito sul palco e ha detto "Qui mi trovo a casa mia, qui sono i miei valori, voi siete Casa delle liberta". Ricordo come fosse adesso quelle parole. Parte di noi è uscita da Alleanza Nazionale perché non condivideva la scelta di confluire nel Partito popolare europeo. Una scelta legittima di Fini che noi non condividevamo. Volevamo stare al fianco di Berlusconi ma se per votare Berlusconi bisogna iscriversi al Partito popolare europeo, significa cancellare tutto quello che siamo». «Ci avevano offerto di entrare nel Partito delle libertà — ha concluso — garantendoci l'elezione dei parlamentari uscenti e magari qualche cosetta in più. Ecco, noi non siamo nati per tradire la nostra gente: questo è il problema. Non vogliamo regali da alcuno, non vogliamo seggi garantiti, vogliamo semplicemente conquistare con i nostri voti i nostri seggi. Credo che in democrazia questo sia ancora consentito».

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