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Veltroni sente odore di urne: «La sconfitta non è scontata»

Walter Veltroni

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Il leader del Pd però anche ieri ha incassato il no del leader di Forza Italia. A Firenze Veltroni lancia un appello alla «responsabilità nazionale» dei partiti e dei «leader di partito che conosco e che rispetto, nell'interesse del Paese», per una nuova legge elettorale «che dia al paese la possibilità di scegliere schieramenti coesi», riscrivere così «le regole del gioco». Veltroni che ha a fianco Segolene Royal e Joschka Fischer quando lancia il suo appello, non dimentica Prodi al quale manda il suo ringraziamento «affettuoso per il lavoro che ha fatto per l'Italia». Veltroni prima parla dell'ambientalismo come tema caratterizzante il neonato Partito democratico po affronta il tema della crisi. «La politica - dice il leader del Pd - non è un mestiere ma una vocazione. C'è qualcuno invece che in Italia esce dalla politica solo perchè lo portano via a forza e lui resta aggrappato al sipario come se fosse la Bertini». Prima stoccata che si innesta sui complimenti, diretti e indiretti, a Joschka Fischer e «all'eleganza, dignità, sobrieta», con la quale l'ex vicecancelliere e ex ministro degli esteri tedesco è tornato all'insegnamento dopo gli incarichi istituzionali. Seconda stoccata: «Sul Corriere della Sera ho visto un sondaggio che dice che in questo momento la Cdl è avanti. Ma sulla base di una serie di condizioni, probabilmente già oggi questo vantaggio è capovolto. Ho conosciuto tante persone convinte di aver già vinto a tre mesi dal voto che stappavano champagne in Senato e poi sono rimaste basite. Sconsiglierei un ricorso così frettoloso ad elezioni anticipate solo perchè la vittoria è sicura. Aspettino due mesi: una vittoria non si consuma in due mesi e se si consuma significa che è una cosa effimera». Sceglie le parole con cura, insiste sul termine «coerenza» strappando applausi calorosi alla platea. Terza stoccata: «Nel centrodestra si sta facendo lo schieramento di tutti e tutti insieme: Mastella, la signora Mussolini, Storace e Fini, Berlusconi e Bossi. È un film che abbiamo visto molte volte ma che gli italiani non vogliono più vedere». Dunque: è necessario «riscrivere le regole del gioco. Noi siamo disposti a farlo. Siamo convinti che sia possibile prendere 8-10 mesi, forse un anno, per avviare la stagione delle riforme: cambiare la legge elettorale, i regolamenti parlamentari, dimezzare il numero dei parlamentari. Il Paese non vuole la soluzione della rottura, che piace di più, ma lascerebbe per il futuro una soluzione pasticciata». E in serata Giuliano Ferrara candida Walter Veltroni alla guida di un governo che tenti di riscrivere la legge elettorale ed evitare così le elezioni anticipate. Immediata la replica dell'ufficio del leader del Pd: «Un'ipotesi che non esiste al mondo».

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