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E ora si apre il terremoto nelle Regioni dell'Unione

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Ma a quel punto tutti hanno già capito che l'esperienza di governo con il centrosinistra è ormai definitivamente archiviata. L'uscita dalla coalizione di Prodi non è stata comunque un salto nel buio. Mastella nei giorni scorsi ha avuto contatti ripetuti con Berlusconi e con Pier Ferdinando Casini. Con il primo per avere garanzie sul suo passaggio con il centrodestra, con il secondo per cominciare a mettere a punto il progetto di una riunificazione dei due partiti. Quella «Cosa Bianca» di cui si parla da tempo e che con l'ingresso dell'Udeur potrebbe diventare una formazione capace di arrivare fino al 7 per cento. Quello che però non si aspettavano dentro il partito era un'accelerazione così forte sui tempi dell'apertura della crisi. Un'esigenza dettata però, spiegano i fedelissimi di Clemente, dalla situazione in Parlamento che stava diventando sempre più ingarbugliata. E soprattutto sempre più pericolosa per l'accordo che Mastella stava stringendo con il Cavaliere. «Clemente ha capito che rischiava di restare con il cerino in mano — spiega un parlamentare — con il centrosinistra che lo aveva scaricato e con il centrodestra che non era disposto ad aspettare altro tempo». Il rischio, infatti, era che qualcuno scavalcasse l'Udeur, specialmente sulla mozione della Cdl contro Pecoraro Scanio, e facesse mancare la maggioranza a Prodi. A quel punto il «sacrificio» degli uomini di Mastella sarebbe stato inutile. «Ma l'accelerazione è stata provocata anche dalle dichiarazioni degli esponenti del Pd — commenta Marco Di Stefano, vicesegretario dell'Udeur e assessore al personale della Regione Lazio — Clemente si è sentito profondamente ferito. Ma soprattutto ha capito che il Partito Democratico lo stava scaricando». Le frasi di Veltroni sulla volontà di andare da solo alle elezioni, le parole di Goffredo Bettini sul fatto che il Pd non deve essere un partito legato a clientelismi, hanno scavato un solco ancora più profondo tra il leader dell'Udeur e la maggioranza. E a quel punto il «salto» è diventato inevitabile. Ma con l'uscita dall'Unione a livello nazionale si aprono anche una serie di problemi a livello locale, in tutte le Regioni amministrate dal centrosinistra e dove l'Udeur è determinante con i suoi voti. Prima fra tutte la Campania. Ma anche il Lazio. Cosa accadrà quando assessori e consiglieri si dimetteranno e ritireranno dalla maggioranza?

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