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Il Prof si smarca: «Io guido il governo non la linea del Pd»

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Come ha fatto con il dibattito sulla legge elettorale (ha sempre detto di rispettare le prerogative del Parlamento in materia, pur facendosi garante dei partiti minori), anche su questo tema il premier ha fatto un passo indietro. «Il mio compito è definire la linea di governo, non di partito. E offrire al Pd un programma e una piattaforma di governo, in cui si identifichi. Il resto è una decisione degli organi operativi del partito». Anche se, nel giorno in cui è andato a ritirare a Bologna il suo attestato di fondatore del Pd (è la prima volta che Prodi è iscritto ad un partito) ha rivendicato e difeso il suo lavoro di tessitore, che ha permesso di tenere insieme una coalizione turbolenta e che non vorrebbe veder sprecato. «Non c'è nessuna contraddizione - ha spiegato - fra un Pd forte e orgoglioso della sua diversità e un Pd che aderisce ad una coalizione. Io mi sono sforzato, mi sforzo e lavoro in questa direzione: più forte è il Pd più forte è la coalizione».

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