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Fini contento, il Cav freddo

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Ma Fini ha anche ribadito che senza un accordo «preventivo» sulla legge elettorale «non esiste più il vincolo di coalizione» nel centrodestra. «Io cercherò fino all'ultimo un'intesa — ha risposto Berlusconi — ma voglio garanzie. L'impianto iniziale della bozza è stato smantellato, o si ritorna alle premesse o per noi così non va bene. Una legge elettorale deve assicurare la governabilità, così non ci stiamo». «È stato un incontro molto franco e sereno — ha spiegato a sua volta una fonte di An — ma interlocutorio durante il quale sono stati messi sul tavolo tutti i problemi legati alla riforma della legge elettorale». Da parte sua Forza Italia ha ribadito la volontà di dialogare per arrivare ad una nuova legge elettorale, ritenendo che la via parlamentare sia prioritaria, ma spiegando di non essere comunque spaventata dall'ipotesi del referendum. In particolare, si rileva in ambienti di FI, non piace la nuova stesura della bozza Bianco, sia per il metodo seguito che per il merito. Su quest'ultimo aspetto si sottolinea la necessità di maggiori garanzie per un bipolarismo più forte e si chiedono profonde modifiche per la parte relativa al sistema di voto per il Senato, che così come congegnato rappresenterebbe un ritorno indietro di molti anni. Forza Italia ha ribadito comunque la volontà di dialogare, ritenendo che il Parlamento rappresenti la strada principale da seguire per arrivare ad una riforma della legge elettorale, ma non è spaventata dall'ipotesi del referendum. Più tardi, dopo il colloquio con Fini, Berlusconi ha incontrato sempre a Palazzo Grazioli i vertici dell'Udc: Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione. E dall'incontro è emerso l'obiettivo comune di modificare la bozza Bianco. «Siamo impegnati — ha spiegato Rocco Buttiglione — a lavorare per una riforma elettorale. Abbiamo concordato con Berlusconi di andare avanti su questa strada».

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