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L'Unione si spacca ancora, rissa sulla bozza Bianco

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Uscendodal vertice, Orazio Licandro, Loredana De Petris e Natale Ripamonti hanno attaccato frontalmente la posizione assunta da Prc e Sinistra democratica. «Stupefacente e incomprensibile», hanno tuonato senatori e deputati. In particolare, Licandro ha criticato la tentazione «ormai evidente del Prc, di giocarsi una partita che ha come obiettivo finale la costruzione di nuovi assetti costituzionali e di nuovi equilibri politici da raggiungere, utilizzando l'arma della legge elettorale e non seguendo un processo politico». «Riteniamo stravagante - ha precisato Licandro - la risposta che ci ha dato il ministro Chiti sull'impossibilità di calendarizzare in termini rapidi il ddl sul conflitto di interessi e quello Gentiloni». Anche la senatrice De Petris si è associata allo stupore del collega della Camera. «Stupore - ha precisato - per come il Prc ha cercato addirittura una solidarietà trasversale persino con l'Udc di Casini, anzichè avviare un processo all'interno delle forze che si erano impegnate a dar vita alla Cosa rossa». De Petris ha rilanciato durante il vertice la proposta di uno sbarramento al 10%. «E questo - ha spiegato - sarebbe stato un modo limpido e corretto per arrivare alla semplificazione del quadro politico ma, nello stesso tempo, favorendo dei processi politici di aggregazione e non minacciose annessioni nei confronti dei partiti minori». Al fuoco di fila dei Verdi-Pdci si è associato anche Natale Ripamonti, vice capogruppo al Senato, in particolare ha criticato la spinta, anche del Prc, verso un sistema sostanzialmente bipartitico. «È paradossale - ha aggiunto Ripamonti - che perfino il Prc abbia accettato questa impostazione che non sarà certo premiante. Evidentemente la paura del referendum - ha concluso - ha spinto il Prc ad accettare proposte, come la bozza Bianco, peggiori dello stesso referendum». Se la Cosa Rossa si spacca, il Pd ha contro quasi tutti i partiti che compongono la maggioranza. Nel vertice di ieri, infatti, Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi, ha spiegato che «l'accordo non c'è stato perché il Partito democratico», rappresentato da Dario Franceschini, «non ha voluto mediare sulla bozza Bianco». Per i Verdi lo sbarramento può essere anche alto come vuole Berlusconi, ma non è ammissibile l'asse Pd-FI. «Un accordo tra questi due partiti - ha spiegato ancora Bonelli - mortifica gli elettori che non sanno più che alleanze vanno a votare. Sulla nostra linea ci sono anche l'Italia dei valori, l'Udeur, i Socialisti, ma anche Manzione e i Liberaldemocratici». Per Bonelli, ora, se il Pd continuerà per la sua strada «noi faremo di tutto per non far approvare questa bozza. E in caso continueremo la nostra battaglia facendo muro anche in Parlamento», conclude il verde. In tema di scontri, infine, tensioni all'interno di Rifondazione ci sono state anche sulla sicurezza. Al centro della diatriba Franco Giordano e Ramon Mantovani. Quest'ultimo ha contestato il decreto, proponendo di votare contro il testo: «È peggiorato. Io non so nemmeno se abbiamo presentato emendamenti, e non è certo colpa mia se abbiamo scelto una linea che non ha prodotto modifiche».

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