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Fini tende la mano al Cavaliere: "Ora incontriamoci"

Gianfranco Fini

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Lo fa durante Neveazzurra 2008, la kermesse organizzata a Roccaraso (L'Aquila) da Forza Italia. «Pensare che la legge elettorale possa essere approvata in Parlamento dividendo il centrodestra - avverte -, significa compiere un errore strategico. Può anche accadere, ma è giusto che chi se ne assume la responsabilità sia cosciente delle conseguenze». Parole non durissime che testimoniano l'intenzione del leader di An di aprire un fronte di dialogo rompendo l'isolamente in cui sembra relegarlo l'accordo. Ed infatti, durante la tavola rotonda con il capogruppo azzurro alla Camera Elio Vito e con il vicecapogruppo del Pd al Senato Nicola Latorre, Fini cerca un punto di convergenza. Così, prima fuga i dubbi sull'Udc («Non credo si possa dire che mercoledì mattina ci fosse un accordo fra An e Udc e che poi ci sia stata una giravolta di Casini. La linea dei centristi mi pare di limpida coerenza»), quindi «duetta» con Forza Italia. «La differenza tra FI e An - spiega rivolto a Vito - è unicamente relativa alla volontà, se ci sarà, di archiviare il sistema bipolare che prevede l'obbligo di dichiarare le alleanze prima del voto. Se così stanno le cose, le nostre strade si dividono». Pronta la risposta del capogruppo azzurro: «Noi siamo assolutamente favorevoli all'ipotesi di rendere obbligatoria la dichiarazione di alleanze pre-voto». Fini lo incalza: «Come opzione o come obbligo?» «Come obbligo» replica Vito strappando al leader di An un commento entusiastico: «Questa è una novità anzi, credo che sia una vera e propria svolta. Il problema è che così non si fa nessuna legge elettorale perché il Pd è contrario». Ed infatti Latorre spiega che, per loro, non si tratta di una condizione indispensabile. Parole che costringono Vito ad una piccola giravolta. Pur confermando la disponibilità ad accettare l'obbligo, l'azzurro spiega che questo può essere aggirato e, quindi, non è necessario. Fini non molla: è una questione di coerenza. A questo punto tutto sembra tornare in discussione, ma il leader di An non ha nessuna intenzione di rimanere nell'angolo e lascia Roccaraso con un messaggio positivo: «Se verranno accolte le richieste sull'indicazione delle alleanze prima del voto per An la bozza Bianco diventa una via per fare una riforma condivisa». Poi, rivolto agli azzurri, tende la mano: «Se gli amici di Forza Italia dicono quello che ha detto questa sera Vito non c'è ombra di dubbio che Alleanza Nazionale sarebbe soddisfatta». In ogni caso, per sapere se veramente è tornato il sereno nel centrodestra, occorrerà attendere i prossimi giorni quando Fini vedrà Silvio Berlusconi. Nel frattempo, da Napoli, Casini rassicura il leader di An. Guai a parlare di una rottura tra i due. «Io - scandisce l'ex presidente della Camera - con Fini sono d'accordo sul 99 per cento delle cose».

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