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Fabrizio dell'Orefice [email protected] Quanto ...

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Anni e anni di gestione sbagliata. E la prima cifra che viene fuori è che l'emergenza rifiuti sino ad ora è costata quasi un miliardo e mezzo: 1,4 per la precisione, prelevati direttamente dalle casse degli italiani. Oltre un punto di prodotto interno lordo, meno di un decimo della Finanziaria nazionale. È la somma di 850 milioni di euro inviati dal governo direttamente e altri 650 milioni di debiti che in questo momento ha il commissariato di governo. Di contro l'organismo attualmente guidato da Gianni De Gennaro può contare su crediti per circa 300 milioni. Sono i soldi della tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Sono soldi che i circa trecento comuni campani riscuotono dai cittadini. Non tutti i cittadini, visto che la tarsu in Campania ha picchi di evasione ineguagliabili rispetto al resto d'Italia. Tuttavia, quei fondi dovuti alla collettività non vengono girati al commissariato di governo e che finora ha provato timidi azioni di riscossione. Fino a sei mesi fa quando Palazzo Chigi ha inviato a Napoli un dirigente generale per controllare i conti e cominciare a bussare alla porta dei circa 200 sindaci. La relazione inviata pochi giorni fa a Roma è allarmante. Il Comune maggiormente moroso è quello di Napoli, che deve alle casse dello Stato 87 milioni di euro. Se il commissario decidesse di chiedere quei fondi tutti assieme, manderebbe le casse del Comune di Napoli gambe all'aria. Il capoluogo rischierebbe di dichiarare il dissesto finanziario, come già fece nel 1993, poco prima dell'arrivo di Antonio Bassolino come sindaco. Ma se Napoli piange altri non ridono. Salerno deve alle casse del commissariato poco oltre dieci milioni; grave anche la situazione a Caserta che deve versare oltre sei milioni e mezzo. Insomma, la musica è cambiata. Palazzo Chigi sta per mettere a punto una azione di recupero dei crediti e in generale di risistemazione delle casse dello Stato che ha investito fin qui nel pozzo senza fine dell'emergenza rifiuti della Campania. Lo stesso presidente del Consiglio, Romano Prodi, segue l'evolversi della situazione passo dopo passo e non ha intenzione di chiudere altri occhi. D'altro canto Prodi ha intrapreso una linea del rigore a livello nazionale e certo non potrebbe tollerare che una Regione sia diventata zona franca. Per questo, nei prossimi mesi sarà inviato un commissario liquidatore con lo scopo di riscuotere. Lo stesso prefetto Pansa, commissario per i rifiuti sino a dieci giorni fa, nella sua relazione aveva già predisposto un piano di rientro, suggerendo l'istituzione di un «Comitato di liquidazione del debito». «Al fine di scindere l'attività di gestione corrente dal lungo e pesante portato di circa 14 anni di gestione emergenziale - si leggeva -, questo comitato avrebbe lo scopo di effettuare una ricognizione delle partite di debito e l'aggiornamento degli interessi maturati e avviare le determinazioni necessarie per effettuare le operazioni di rientro dalle esposizioni debitorie». Pansa inoltre faceva notare che «nel corso delle diverse esperienze commissariali si sono succedute varie commissioni di accertamento del debito con risultati alterni e senza quasi mai effettuare comunicazioni ufficiali alle controparti interessate. Una quota consistente delle posizioni di debito a oggi maturate rappresentano il frutto di operazioni d'incrocio con la Regione Campania. A quanto descritto si aggiunga la presenza anche di partite di credito non ancora riscosse dal commissariato».

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