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Dove ci sono camorra e rifiuti la sinistra stravince sempre

Scontri a Pianura, Napoli

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Perchésolo a Napoli più avanza la malavita organizzata più votano non per cambiare ma per lasciare tutto così com'è. Più crescono i sacchetti, la sporcizia, più la schifezza inonda la città e più nelle urne dicono chiaramente di non toccare nulla. Anzi, rafforzano la situazione. Ormai, all'ombra del Vesuvio, dove c'è camorra e monnezza lì la sinistra vince. Stravince. E parliamo delle elezioni municipali di un anno e mezzo fa, non un secolo fa, vinte da Rosa Russo Iervolino al primo turno con il 58% in una città già sommersa dai rifiuti. Pianura, per esempio. Era il quartiere dove un tempo vinceva la destra, accadde nel '94, il collegio venne espugnato da un imprenditore di An, Nicola Rivelli. Poi diventa nel 2001 il territorio di Riccardo Marone, vicesindaco, un bassoliniano di ferro, che vince con il 45%. Nel 2003 viene riaperta parzialmente la discarica e alle ultime elezioni il centrosinistra nella municipalità Pianura-Soccavo sale al 57,5%. In zona comanda il clan Lago. Poco distante e siamo a Bagnoli-Fuorigrotta. Il collegio di Giorgio Napolitano e poi di Rosa Russo Iervolino che si alternarono al ministero dell'Interno. Dieci anni fa, nell'aprile del '98, il procuratore capo Agostino Cordova disse: «È in mano alla camorra». I clan si ammazzavano per il controllo tra gli altri degli appalti dei rifiuti: da un lato gli uomini di Mimì D'Aulisio, dall'altro i guaglioni di Sorprendente. E non sorprende il risultato del voto: alle ultime comunali il centrosinistra ha sfiorato il 70%. Ricordate la guerra di Secondigliano? Sangue su sangue a più riprese. Il potentissimo Paolo Di Lauro, meglio noto come Ciruzzo 'o milionario, preso d'assalto degli scissionisti di Scampìa, oggi clan Amato-Pagano, in mezzo il boss Prestieri. Poco più in là invece è terra dei Licciardi, dell'ex boss Gennaro dal soprannome eloquente: 'a scigna, la scimmia. Si aprono le urne e a Secondigliano l'Unione sfiora il 60% (si ferma a 58,4%), a Scampìa arriva quasi ai due terzi dei voti, 63,1%. Zona est. Qui il primo cittadino non si chiama Iervolino ma Ciro Sarno, detto proprio 'o sindaco, reuccio di Ponticelli. Contro di lui un decennio fa il De Luca Bossa del quartiere Barra sistemarono anche un'autobomba (ma l'attentato fallì, un sistema che in Libano useranno solo sette anni dopo per fare fuori l'ex premier Hariri. Qui il centrosinistra alle Comunali s'è fermato al 71,2, per le elezioni della Municipalità è arrivato quasi all'80, al 77 per la precisione. E Bassolino? La prima volta che s'è candidato alla Regione, nel 2000, ottenne il 54,3 in città. Cinque anni dopo è stato premiato per la sua prova eccezionale di amministrazione: 64,2 meno di tre anni fa. Certo a don Antonio e a donna Rosetta piace vincere facile: quando si distribuiscono 500 euro al mese a ventimila persone che hanno il solo diritto di risiedere in Campania e di non fare nulla è chiaro che i voti piovono dal cielo. E i Verdi? Governano ininterrottamente la Provincia dal 1995: prima il presidente era Amato Lamberti, rieletto nel '99 con il 49% in città, nel 2004 tocca Dino Di Palma (che era stato assessore ai rifiuti del Comune) con un plebiscitario 60,1% Ma è pur vero che napoletani non hanno mai avuto dubbi, perplessità, una qualche incertezza. Nelle urne hanno parlato sempre chiaro: non vogliono cambiare. Vogliono la loro monnezza e la loro camorra. E guai a chi gliele tocca.

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