Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Salari, Damiano frena I sindacati incalzano

default_image

  • a
  • a
  • a

«Servono tempo e pazienza: con la fretta e la furia non si ottengono risultati», ha osservato Damiano. Secondo il ministro, «la prima cosa da fare è il rinnovo dei contratti di lavoro in scadenza da molto tempo e successivamente agire sulla leva fiscale considerando le risorse in più che possono essere utilizzate per questo: il tema del 2008 deve essere il recupero del potere d'acquisto». Parole che hanno convinto a metà il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, anche lui presente alla trasmissione «Radio anch'io». Il quale ha criticato l'atteggiamento del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. «Tre — ha detto — sono i punti fondamentali su cui il sindacato chiederà chiarezza al Governo: detrazioni fiscali per lavoratori e pensionati, con attenzione alle famiglie con molti figli e persone inabili, detassazione del secondo livello di contrattazione, modifica delle aliquote e degli scaglioni». Bonanni ha poi rilevato anche che quella dell'esecutivo appare una «politica del gambero, in quanto prima si offre disponibilità su salari e poi Padoa-Schioppa fa una intervista nella quale dice che si tratta di una questione tra noi e gli industriali». Sulla stessa linea il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti: «Vogliamo rassicurare il ministro Damiano — ha affermato — non è nella cultura della Uil fare scioperi preventivi». «Il problema — ha aggiunto — è che da tempo il sindacato chiede al Governo di procedere ad una riduzione delle tasse sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. Ora quel tempo è scaduto, per questo chiediamo con forza al Governo di intervenire subito con due provvedimenti: detassare gli aumenti contrattuali e aumentare le detrazioni per i lavoratori e per i pensionati. Se per conseguire questo obiettivo di equità e di giustizia dovremo mettere in campo forme di lotta adeguate, siamo pronti a farlo». E il segretario generale della Uil Luigi Angeletti conferma la linea: «Abbiamo una riunione di Cgil, Cisl e Uil fissata per il 15. Se in quella data non ci saranno risposte, o se saranno vaghe, sia riguardo alle tasse che sulla questione dei contratti, saremo costretti a fare uno sciopero». «La cosa più importante — ha proseguito — è avere riduzioni serie delle tasse sui salari perché in Italia gli stipendi, oltre ad essere i più bassi d'Europa, stanno anche diminuendo in termini reali a causa delle tasse alte e dell'aumento dei prezzi. Questa è la vera emergenza che colpisce la stragrande maggioranza dei cittadini italiani». E critiche al governo sono arrivate anche dalla Cisal e dall'Usae. «Il tempo e la pazienza invocati dal ministro Damiano sulla questione delle retribuzioni non vanno certamente di pari passo con il disagio incalzante della precarietà economica che morde i lavoratori sottopagati e i tanti pensionati ormai nella povertà da troppo tempo», ha commentato il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro. «Per questo, il recupero del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni è estremamente urgente. Quindi, essendo la gravità del momento condivisa da tutti non resta che avviare subito il confronto per decidere in tempi brevi e in maniera congrua, altrimenti la protesta sarà pronta e pesante». Più duro il segretario generale dell'Usae Adamo Bonazzi che chiede un confronto immediato: «Sulla questione retribuzioni il tempo è scaduto ed è molto grave che il ministro non si renda conto che il disagio e la precarietà economica di centinaia di migliaia di lavoratori e pensionati sta diventando un fattore prioritario per il Paese». Infine Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl: «Apprezziamo che il ministro Damiano abbia riconosciuto l'esistenza di una questione salariale non più rinviabile, ma non ci tranquillizzano i tempi ipotizzati per un intervento concreto».

Dai blog