Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

"Più che Gianfranco il vero problema è Casini"

default_image

  • a
  • a
  • a

[...]a questo punto andrà avanti da solo per il Pdl e nel dialogo con veltroni sulla riforma elettorale? «Certo, l'atteggiamento di Fini è stato sgradevole. Berlusconi le ha tentate tutte per tenere unita la coalizione e per renderla competitiva e vincente durante la tragedia del governo Prodi. A fronte di questi sforzi ci saremmo aspettati da parte degli alleati una maggiore collaborazione. I ripetuti tentativi di Berlusconi di costruire il partito di centrodestra hanno avuto nell'Udc l'ostacolo più forte. Il presidente ha visto che anzichè la collaborazione ha avuto come risposta le ripetute accuse, ha pensato di lanciare il progetto del nuovo partito rispondendo a una richiesta dell'elettorato. E quale è stata la reazione degli alleati? Invece di essere disponibili hanno fatto fuoco di sbarramento». Allora il fronte del centrodestra è irrimediabilmente spaccato? «Mi auguro di no, spero ci sia un ripensamento. Noi siamo sempre disponibili ad aprire un confronto chiaro con gli alleati». Udc e An hanno però detto che non accettano diktat da Berlusconi. «Ma chi ha fatto diktat? Mi sembra che questi siano sempre arrivati da altri. Noi di Forza Italia abbiamo dovuto cedere in tante circostanze. Berlusconi a un certo momento si è reso conto che la situazione così com'era non poteva andare avanti e si è inventato una cosa nuova. Quindi gli alleati invece di mandare messaggi traversali abbiano la cortesia di verificare se possono condividere questo progetto». An parla di innamoramento tra Silvio e Walter, che ne dice? «Per fare una legge elettorale bisogna avviare un dialogo con la controparte, non si può guardare solo dentro il proprio schieramento. Oggi i due personaggi più rappresentativi sono Berlusconi e Veltroni ed è naturale che cerchino soluzioni condivise. Se riuscissero a trovare l'intesa su un testo, questo potrebbe essere sottoposto al confronto con gli altri partiti, si potrebbero trovare delle integrazioni». Forse An e Udc temono di restare tagliati fuori, o no? «Il timore ci può essere. Noi abbiamo sempre sostenuto che ci sono troppi partiti, che occorre alzare la soglia di sbarramento. Insomma un bipolarismo maturo in cui si fanno alleanze con la condivisione del programma. Per raggiungere questo obiettivo c'è il Vassallum ma si può discutere anche di altro ma senza pregiudizi». Con il Vassallum non c'è il rischio che An e Udc restino ai margini della scena politica? «No, perchè dipende da alcune clausole. Se ci fosse lo sbarramento al 5% mi pare che questa soglia non dovrebbe spaventare nè An nè l'Udc e nemmeno la Lega. A questo punto il voto si allontana? «La madre di tutte le battaglie è andare a votare. Gli alleati non si rendono conto che insieme saremmo più forti e determinanti nella discussione sulla riforma elettorale. Più che Fini il problema è Casini che vuole per forza il sistema tedesco». Con quale scopo? «Il modello tedesco consentirebbe a Casini di costruire un terzo polo, la cosidetta Cosa Bianca. Ma per fare cosa? Con noi o per fare da pendolo?».

Dai blog