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Si prepara lo scontro sulla base di Vicenza

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Un tentativo di anticipare quello che sarebbe successo? Forse. Fatto sta che non è bastato. Ieri mattina i militanti della Sinistra l'Arcobaleno sono stati accolti da circa 200 manifestanti del comitato No dal Molin che, prima hanno protestato all'esterno del padiglione 1, poi hanno fatto irruzione all'interno interrompendo i lavori dell'Assemblea. Molti i cartelloni contro l'esecutivo. Da «Governo Prodi vergogna Vicenza non si vende» a «Governo Giuda hai venduto l'anima non ti riconosciamo» fino a «Via alla V.i.a. Via al governo». Ma obiettivo principale della protesta sono stati i ministri e i parlamentari presenti in sala perché, hanno spiegato, «non vogliamo essere presi in giro da chi dice di voler essere al nostro fianco. Il tempo delle parole è ormai finito. La moratoria deve essere attuata subito». Uno dopo l'altro i diretti interessati hanno subito assicurato il loro sostegno. «Noi vogliamo che si rinunci alla base americana che non era nel programma della coalizione» ha assicurato il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Posizione condivisa anche dagli altri esponenti della Sinistra l'Arcobaleno. Ma il presidente della commissione Difesa del Senato Sergio De Gregorio riferisce di «una colazione riservata a Villa Taverna, con l'ambasciatore americano Ronald Spogli e i suoi consiglieri militari, alla quale due settimane or sono hanno partecipato autorevolissimi esponenti del Partito Democratico: Umberto Ranieri, presidente della commissione Esteri della Camera, e Roberta Pinotti, presidente della commissione Difesa dello stesso ramo del Parlamento». «Ebbene - racconta -, entrambi rassicuravano l'ambasciatore degli Stati Uniti che su Vicenza non si torna indietro». Insomma tra Pd e sinistra radicale si prepara un nuovo braccio di ferro.

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