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L'aveva detto Gianfranco Fini che l'antipolitica non è un ...

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Così, il leader di Alleanza nazionale, ha deciso di approfondire il tema e farlo proprio. Di studiare il fenomeno. Capirne le cause e intraprendere, quindi, una possibile soluzione. Perché cinquecentomila persone che ogni giorno visitano il sito del popolo del V-day non sono poche, come poche non state le vendite del libro di Rizzo e Stella «La casta». Chiamatelo pure populismo, ma è la voce di una parte dell'elettorato italiano. E allora Fini, che è anche presidente della Fondazione Farefuturo, ha deciso di ospitare attorno a un tavolo un gruppo di autorevoli politologi, storici, analisti sociali e giornalisti per un workshop a porte chiuse. Lo farà oggi, tra le mura della sua Fondazione. Alleanza nazionale vuole quindi studiare la situazione di stallo che attraversa la politica italiana. Vuole approfondire il senso di distanza tra i cittadini e il Palazzo, portando in primo piano il fenomeno dell'antipolitica e il rischio che esso rappresenterebbe per la stabilità del sistema politico italiano e per la democrazia in senso più ampio. Del resto finora si è dibattuto di antipolitica come denuncia dei privilegi connessi all'esercizio del potere, come rifiuto della politica e dei suoi riti. O come forma critica e radicale ai partiti e alla democrazia rappresentativa. Adesso, invece, Fini vuole capire veramente cosa bisogna intendere per antipolitica. E nel seminario di oggi, dove sarà presente anche il segretario della Fondazione Adolfo Urso, An farà un passo in avanti per capire il malcontento popolare.

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