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Il gip di Milano, Clementina Forleo, è stata interrogata ...

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«Abbiamo spiegato e abbiamo presentato una memoria — ha detto l'avvocato di Clementina Forleo, Giulia Bongiorno — Confidiamo in un esito favorevole». La Forleo è uscita a bordo dell'auto di servizio e si è allontanata senza fare commenti. Clementina Forleo, nella sua audizione del 6 novembre davanti al Csm, all'epoca del deposito in cancelleria delle intercettazioni dell'inchiesta sulle scalate bancarie che riguardavano anche parlamentari come Piero Fassino e Massimo D'Alema si era lamentata del ruolo che gli avevano assegnato, quello di «quasi bidella», a sorvegliare «qualcuno che copia». In quei giorni si erano mossi i presidenti delle Camere e il ministro della Giustizia, che avevano scritto ai vertici degli uffici giudiziari di Milano per capire in che modo si sarebbero comportati per il deposito degli atti. E cautele erano state adottate: le intercettazioni potevano essere consultate dagli avvocati, i quali potevano però prendere solo appunti, senza fare copie. La stessa Forleo controllava che ciò avvenisse, assieme ad un assistente. Ed è proprio di ciò che qualche mese dopo si è lamentata a Palazzo dei Marescialli. «Mi meravigliai — disse nella audizione — del ruolo che dovevo svolgere di quasi bidella in un concorso, sorvegliante di qualcuno che copia. La cosa mi stupì notevolmente».

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