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Welfare, schiaffo alla sinistra

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[...] comequello sui lavori usuranti, tanto da far esultare Lamberto Dini. Insomma, il senso della giornata è che si torna al testo originario del protocollo sul welfare facendo saltare le modifiche che Rifondazione comunista aveva strappato in commissione. Il governo le ha di fatto cancellate e ha posto anche la fiducia, chiudendo in un angolo i neo comunisti che sono così costretti a dire di sì per evitare la crisi. Così la cancellazione di quelle misure è stata al centro della querelle. Il governo ha reintrodotto infatti il criterio degli 80 turni di notte per la definizione dei lavori usuranti, un'indicazione che la commissione aveva tolto dal testo del ddl approvato dal Consiglio dei ministri, e che era una bandiera di Prc-Pdci-Verdi-Sd. Così come, nel maxi-emendamento è saltato il tetto di 8 mesi alla proroga dei contratti a termine. Il limite sarà ora stabilito dalle parti sociali. Inalterate altre modifiche fatte dalla commissione: la cancellazione dello staff leasing, anch'essa voluta dalla sinistra radicale, e la reintroduzione del lavoro a chiamata per turismo e spettacolo. Dopo la richiesta di fiducia, il segretario Franco Giordano ha riunito prima la segreteria del partito e poi il gruppo alla Camera. E ha proposto che il Prc votasse sì alla fiducia aprendo però a gennaio la verifica di governo. Proposta approvata a maggioranza, visto che al momento del voto ben 10 deputati su 40 di Rifondazione hanno detto no al segretario, chiedendo una linea più dura contro il governo. «Votiamo la fiducia per il vincolo sociale con i nostri elettori, vincolo politico non c'è più. A gennaio va ricontrattato il patto di maggioranza o salta la coalizione», ha avvertito alla fine Giordano. «A giudicare dalle dichiarazioni degli esponenti del Prc la sinistra sta subendo una grossa sconfitta», ha commentato Lamberto Dini. Che a questo punto, ha osservato il ministro Cesare Damiano, «appare recuperato». La fiducia, hanno chiosato in serata da Palazzo Chigi, non è la vittoria o la sconfitta di nessuno, ma rappresenta «un atto di coerenza politica» rispetto all'accordo del 23 luglio, un patto che «non si poteva snaturare». A sostegno di Rifondazione interviene il suo ex leader, oggi presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ponendo, come è ovvio, una questione istituzionale: la scelta della fiducia, dice infatti, «ripropone una evidente preoccupante difficoltà nel rapporto tra governo e Parlamento». La fiducia sopirà i dissensi, almeno alla Camera. E, riferiscono fonti parlamentari del Prc, a sollecitarla erano stati gli stessi vertici del partito, in difficoltà nel gestire i mal di pancia interni. «Mi sembra una sceneggiata - ha detto il relatore del ddl Emilio Del Bono - le modifiche della commissione Lavoro cancellate dal governo, sono meno rilevanti di quelle confermate. E anche l'abolizione del tetto degli 8 mesi alla proroga dei contratti a termine è scritta in modo tale che si ritorce contro Confindustria».

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