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Ma la sinistra si sentì perseguitata

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È quello che sta accadendo in questi giorni sulle intercettazioni tra i dirigenti Rai e Mediaset. Dal centrosinistra si attacca senza sosta. Walter Veltroni, il neosegretario del Pd non va per il sottile e spiega che «quanto è accaduto è di enorme gravità». Gli fa eco il presidente della Camera Bertinotti che rileva l'esistenza di «una Rai sfigurata da uno smarrimento e da una perdita della sua autonomia anche proprio come azienda, oltre che come progetto di informazione». Dialettica politica si dirà. Peccato, però, che quando si trattò di commentare le intercettazioni che coinvolsero esponenti di primo piano nei Ds nel caso Unipol le valutazioni furono ben diverse. Allora proprio Bertinotti spiegò che «non c'è una questione morale» al massimo una «distorsione nel sistema». E lo stesso Massimo D'Alema, al centro del vortice delle intercettazioni, precisò che «c'è un'aria irrespirabile e piuttosto preoccupante» con il rischio che «il sistema democratico salti per aria». Non da meno Piero Fassino per il quale la vicenda Unipol-Ds «è stata rappresentata in un modo che travalica abbondantemente il diritto di cronaca e il dovere di informazione». Un diritto di cronaca che sembra valere solo quando sono gli esponenti del centrodestra da mettere alla gogna.

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