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Laura Della Pasqua [email protected] Chiusa la ...

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Ed è a Montecitorio che si scatenerà il braccio di ferro con la sinistra radicale che vuole modificare il testo, i diniani che hanno già annunciato voto contrario se il ddl sarà stravolto e sindacati e Confindustria contrari a qualsiasi rimaneggiamento. In questa spaccatura la Cdl ma in particolare Forza Italia intende inserirsi per far collassare la maggioranza. Lo scenario delineato da FI è questo: il centrosinistra sarà di fronte a un bivio. Se cedere alle richieste di Rifondazione e Comunisti su scalone, lavori usuranti e legge Biagi, o ascoltare riformisti e moderati, cercando di contenere i danni alla spesa e al sistema del lavoro. Ieri al termine del Consiglio dei ministri Ferrero di Rifondazione ha fatto sapere che «bisogna cambiare la parte della precarietà» e ha preannunciato che entro martedì ci sarà un vertice per trovare l'accordo. Quanto a Dini che chiede un cambio di scenario politico, Ferrero dice chiaro e tondo che la maggioranza non si tocca e se qualcuno pensa di mettere nell'angolo la sinistra «si sbaglia perchè i voti dei centristi non bastano a sostituire quelli di Rifondazione e dei Comunisti» nè «è realistico che il Pd possa governare con An e Forza Italia». Ieri è intervenuto anche il segretario di Rifondazione Franco Giordano che insiste sulle modifiche, possibili anche in accordo con il sindacato. Ma la Cgil non ha nessuna intenzione di farsi scavalcare dalla sinistra radicale e il segretario generale Guglielmo Epifani ha piantato i paletti: «Se il testo sul welfare venisse modificato, dovremmo riflettere su cosa fare. Dipenderà naturalmente dalle modifiche. Spero che ci sia la responsabilità di agire tutti con la massima attenzione». Per superare l'impasse una delle ipotesi circolate è di spacchettare il ddl agganciando alla Finanziaria solo la parte sulle pensioni. Ma sarebbe veramente l'ultima spiaggia giacchè sia il ministro del Lavoro Damiano che le parti sociali hanno sempre detto che il testo va approvato nella sua interezza.

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