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Berlusconi a muso duro: "Con Veltroni non dialogo"

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Adun passaggio a livello ho visto un napoletano che faceva il gioco delle tre carte. Ho scommesso la prima volta e ho vinto, la seconda e ho vinto alla terza ho puntato tutto e ho perso. Mi sono seduto sul marciapiede e ho pensato "che coglione che sono, e adesso"? Ho provato a chiedere a quel giocatore se mi restituiva i soldi e dentro di me pensavo: "Se me li ridà non scommetterò mai più, non farò mai più giochi d'azzardo". Ho riavuto quei soldi e da allora non ho più giocato». E non è un caso che il Cavaliere tiri fuori a conclusione della convention dei Circoli di Dell'Utri e proprio alla vigilia della settimana cruciale del governo un episodio della sua memoria così particolare. Un modo per dire: non c'è alcun bluff in quello che ho detto, il governo cadrà. E questo concetto lo ribadisce, un Berlusconi poco politico e molto sul filo dell'amarcord, quando racconta: «Mia madre qualche mese fa stava molto male. Sapete come l'ho resuscitata? Le ho detto: "Mamma, Prodi cade in autunno e ci saranno nuove elezioni. Dobbiamo fare una campagna elettorale se non mi aiuti tu che sei la mia mamma, chi mi devi aiutare?"». E dunque, tra un ricordo a un altro, il Cavaliere politico si scopre per appena un paio di minuti. Per ribadire il suo no al dialogo proposto da Veltroni sulla legge elettorale, no a sistemi tedeschi o altro. Ma il Berlusconi di Montecatini mette sul tavolo anche un altro paletto e non di poco conto: dopo Prodi ci può essere solo il voto, nessun altro a Palazzo Chigi. Perché, spiega, «la legge elettorale con la quale siamo andati a votare l'ha già resa necessaria l'indicazione del premier» e quindi nessun altro può andare alla presidenza del Consiglio se non con un nuovo passaggio elettorale. Il leader di Forza Italia non si sposta di un millimetro. Anzi, la sua posizione si è ulteriormente indurita. E gli alleati che invece vogliono dialogare? No comment, si trincera il Cav. Per il resto è un Berlusconi che si prepara, per la mano mano decisiva (mercoledì il Senato dovrebbe votare in maniera decisiva sulla Finanziaria), a giocare a carte coperte. Niente più annunci choc, piuttosto un lungo, plateale abbraccio con Marcello Dell'Utri, patron dei Circoli, l'unico che condivise la decisione di scendere in campo, l'uomo che fondò Forza Italia con le «eccedenze» di Publitalia. Il leader gli riserva un unico grande tributo: «Le accuse che gli rivolgono sono assurde. Se la pena serve a recuperare alla società chi ha commesso una colpa, ebbene dovrebbe essere recuperato alla società i magistrati che l'accusano». Il finale per Berlusconi è un pranzo in un albergo della cittadina toscana. Ha voluto al suo tavolo solo giovani. Anche questo, nella gestualità berlusconiana, vuol dire qualcosa.

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