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Berlusconi: tutti uniti contro Prodi

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[...] eche la crisi della maggioranza è dietro l'angolo. Ma se così non fosse, i colpevoli vanno cercati dentro il centrodestra, ovvero in Casini e Fini che remano contro la Cdl. Mentre la Finanziaria va avanti faticosamente in Senato, nel centrodestra si riapre la stagione dei sospetti e dei veleni con i leader di An e Udc, eterni sospetti di tramare contro Berlusconi per prenderne l'eredità prima possibile. L'ex premier lo sospetta da tempo ma ultimamente la convinzione gli si è radicata di più. E l'ha confidata ad alcuni parlamentari che da giorni si lamentano perchè confidavano in una crisi ravvicinata della maggioranza. Ieri Berlusconi che ha riunito i deputati azzurri, ha dispensato ottimismo. Ha detto di essere convinto che la Finanziaria segnerà il de profundis per l'Unione. «Non ho mai parlato di spallata ma di implosione. Si faranno male da soli». Ad alcuni ha confidato anche che non si fida più di Fini e Casini. Al momento cruciale potrebbero dare una mano alla maggioranza perchè hanno tutto l'interesse a prolungare la vita di Prodi. Il tempo, in sostanza gioca a loro favore. Più Prodi resta in sella e più Berlusconi si logora. Il Cavaliere ha intuito il loro gioco. Sa che Fini e Casini sono stanchi di fare gli eterni numeri due e aspettano l'occasione propizia per farsi avanti. E per sventare questo rischio interno, ieri Berlusconi ha sferzato i parlamentari azzurri a serrare i ranghi, a agire compatti. Tra battute, barzellette e un giro di confetti, dono della deputata Paola Pelino, il Cavaliere ha dato una iniezione di ottimismo. Le manifestazioni del 16-17-18 prossimi serviranno a mantenere alta la tensione degli elettori contro Prodi. Berlusconi ha smentito le voci per cui sarebbe pronto a fare un «passo indietro» per lasciar posto a un governo istituzionale. Il leader di FI parla di una campagna di disinformazione che è il segnale, insieme all'azione delle Procure del timore diffuso di andare al voto. «Mi vogliono spaventare e infangare per rendermi più battibile» ha detto Berlusconi. Poi ha ribadito il no a una riforma elettorale in senso tedesco. «Sarebbe un regalo a Veltroni. Noi avremmo problemi con An, mentre al contrario Veltroni potrebbe cercare alleanze, anche nel centrodestra». Il leader di FI ha poi sottolineato che, in base ai sondaggi, anche con l'attuale sistema di voto la governabilità sarebbe garantita: il centrodestra, ha spiegato, avrebbe una ottantina di deputati e una quarantina di senatori in più. Berlusconi respinge al mittente anche l'offerta di Veltroni di avviare un dialogo sulle riforme. Poi ha rilanciato il progetto del partito unitario dei moderati che deve essere preceduto da alcune tappe intermedie a cominciare dalla «sezione italiana del Ppe che raggruppi l'Udc, la Dca di Rotondi e altri cattolici nella quale coinvolgere anche An». A questo si dovrebbe accompagnare a un processo federativo con la Lega.

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