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All'orizzonte spunta la nuova sfida: riportare la pace in Somalia

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I mujaheddin delle Corti Islamiche, un'organizzazione vicina e sponsorizzata da Al Qaeda ha portato la jihad fino ad Asmara con atttacchi di kanikaze nel centro della capitale etiopica. Allo studio della c'è una possibile missione italiana a Mogadiscio. Si è pensato a un'aliquota di carabinieri paracadutisti del Tuscania per un primo approccio di tipo umanitario. A questa dovrebbe seguire, un'ulteriore operazione da concordarsi in sede internazionale per supportare il governo locale. Del resto l'Italia già nel 1993 partecipò alla sfortunata quanto tragica operazione «Restore Hope». La situazione però è precipitata nelle ultime tre settimane. La guerriglia di matrice islamica ha intensificato le azioni costringendo la popolazione a lasciare Mogadiscio e all'Etiopia a inviare nuove truppe. In queste giorni però ci sono state anche le dimissioni di Ali Gedi dalla carica di primo ministro della Somalia. Dimissioni che chiudono un conflitto che ha visto per molti mesi contrapposti lo stesso premier e il presidente della Repubblica Abdullahi Ahmed Yusuf. Gedi era considerato troppo «morbido» con le Corti islamiche. L'Italia è stata più volte indicata come possibile coordinatore dei paesi appartenenti al gruppo di contatto per la Somalia. Uno scenario che apre le porte a un intervento di «peace enforcing» con l'impegno dei nostri militari. Mau.Pic.

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